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Welfare Come Te: co-creare il benessere nella vita dell’azienda

Intervista a Paolo Schipani a cura di Melanie Sara Palermo

Welfare Come Te si occupa del benessere delle persone e lo fa attraverso servizi di welfare aziendale che includono attività assistenziali, educative e di cura. Quanto è difficile portare avanti questa mission oggi?

Welfare Come Te è un progetto imprenditoriale che trova le sue radici nel mondo della cooperazione sociale. Lavorare a iniziative di valore in ambito educativo e socio-assistenziale è parte integrante della nostra quotidianità. La cooperazione da oltre 40 anni lavora vicino al Pubblico disegnando e gestendo i servizi di welfare del sistema Paese. Dal nostro osservatorio quindi la “difficoltà” si sposta principalmente nel portare questa esperienza, queste iniziative, e questo approccio all’interno di un contesto – quello del welfare aziendale – che da qualche anno è concentrato sul risparmio fiscale e su una “modalità voucher” che ha portato all’equazione welfare=piattaforma tecnologica; troviamo, allora, approcci al welfare che rispondono al mercato, ma non ai bisogni delle persone: convenzioni, buoni acquisto, elenchi di prodotti e servizi indistinti che vengono “staccati” dalle piattaforme in maniera fredda e, soprattutto, relativi ad ambiti di bisogno lontani dal contesto socio-demografico del nostro Paese. Insomma, qui la sfida inizia a diventare più intensa: occorre lavorare sulla cultura delle aziende e sull’accompagnamento delle persone.

Noi ci mettiamo a disposizione delle aziende, delle organizzazioni e degli aggregatori di aziende per co-progettare percorsi e servizi che possono aiutare le persone ad affrontare la fragilità e il bisogno in maniera professionale e strutturata, e non con soluzioni “fai-da-te” e/o provenienti dal mercato irregolare.

Tra le vostre iniziative ce n’è una che ha particolarmente attirato la nostra attenzione: Caregiver Experience, rivolta alle imprese che vogliono integrare i loro piani di welfare con iniziative dedicate ai caregiver. Ci racconta nello specifico che cosa prevede questo programma?

Più che di una “iniziativa”, è un approccio che si concentra sul valore della presa in carico e dell’accompagnamento per affiancare le persone che attraversano situazioni di fragilità familiare. Il caregiver, “colui che si prende cura”, si trova – spesso – in una situazione di disorientamento, solitudine, abbandono, emergenza, e agisce soluzioni di “welfare fai-da-te”. Welfare Come Te ha strutturato un modello di presa in carico del bisogno che arriva a coinvolgere dei professionisti, quotidianamente e realmente impegnati e attivi sui territori nella gestione di situazioni legate alla fragilità – i Care Manager – presenti in ogni Regione in maniera capillare, che sono in grado di ascoltare le necessità dei lavoratori, analizzare in maniera precisa il loro bisogno e, insieme a loro, effettuare un’azione di co-design del possibile percorso di cura, indirizzandoli verso iniziative e servizi territoriali presenti sia nel sistema di welfare pubblico sia attraverso iniziative private.

Questo modello, ma soprattutto questa personalizzazione della risposta e – ancor di più – questo incontro tra persone (il lavoratore e il Care Manager), è pensato e si sviluppa con l’obiettivo di permettere al caregiver di vivere un’esperienza di cura virtuosa consentendo il superamento della condizione di disorientamento, abbandono, emergenza per arrivare a una situazione di affiancamento, accompagnamento, senso di sicurezza e conoscenza delle possibilità, iniziative e servizi alla persona effettivamente presenti sul proprio territorio.

Questa “experience” è resa possibile anche grazie a percorsi di education rivolti ai lavoratori, con l’obiettivo di approfondire in maniera professionale gli ambiti legati all’essere caregiver: informazioni, consigli, buone pratiche, elaborati da chi – tutti i giorni – lavora a contatto con le fragilità, in modo da offrire alle persone la sensibilizzazione e gli strumenti per affrontare al meglio il proprio ruolo di caregiver.

Sappiamo che in questo programma vi avvalete del contributo di vari professionisti. Quanti e quali sono gli attori a supporto di questa iniziativa?

Welfare Come Te è un consorzio di cooperative sociali – alcune tra le più importanti in Italia – che si ramifica sul territorio italiano in ogni Regione, coinvolgendo oltre un centinaio di imprese sociali. Al loro interno troviamo professionalità differenti: psicologi, pedagogisti, educatori, infermieri, logopedisti, psicoterapeuti, assistenti sociali, fisioterapisti, …

Ma, al di là della professionalità specifica, il fattore rilevante è che si tratta di quei professionisti quotidianamente impegnati nel coordinamento ed erogazione di servizi territoriali: specialisti che – ogni giorno – sono immersi nella gestione dei servizi (nidi e scuole d’infanzia, progetti educativi, centri diurni, centri residenziali, RSA, assistenza domiciliare, …) che sono a sostegno del welfare del nostro Paese.

Sono persone che vivono la reale “frontiera” che impatta sulla fragilità potendo così misurare il livello di profondità, complessità, variabilità territoriale e densità di tutti quegli aspetti che ruotano intorno al concetto di “cura della persona”. Ecco, allora, perché il Care Manager di Welfare Come Te è in grado di dare quella “experience” di cui parlavamo prima: è abituato a sintonizzarsi con il caregiver, vivere insieme con lui l’esperienza di cura, gestire l’emotività mettendo in gioco il proprio capitale reputazionale, guadagnato – negli anni – all’interno della propria comunità.

Welfare Come Te mette in valore la forza del fare rete: attraverso un network nazionale di cooperative sociali, non soltanto si può disporre di quel capitale umano presente in ogni territorio (oltre 50.000 persone), ma si fa leva soprattutto sul dialogo e sulla collaborazione tra le varie cooperative nel costruire una risposta di senso e personalizzata a seconda delle esigenze, come quella di affiancare persone con disabilità, prendersi cura di genitori anziani, accedere a segmenti di integrazione scolastica, o altri bisogni concreti che capitano senza preavviso e che ci chiedono di trovare soluzioni oggi per domani.

Aspetto rilevante è il ruolo da pivot che svolge Welfare Come Te nel coordinamento e nella gestione della propria rete di imprese sociali: diventa, infatti, unico interlocutore per l’azienda e per il lavoratore; in questo modo, il modello nazionale semplifica la progettazione dei servizi per l’azienda, facilita l’accesso agli stessi da parte del lavoratore e qualifica le risposte ai bisogni che vengono date, alla fine, dalle imprese sociali localizzate sul proprio territorio. Insomma, modello nazionale, estrema capillarità, e forte localizzazione.

In che modo questo programma è stato recepito dalle aziende? Ci dà qualche dato/numero di come stanno andando le cose e di quali sono le sue previsioni per il futuro?

Welfare Come Te non si posiziona come un “provider” di welfare aziendale, ma il suo contributo vuole andare a qualificare i piani di welfare di aziende e organizzazioni, aggiungendo una verticale focalizzata sul (cosiddetto) people care. La proposta, quindi, è rivolta direttamente alle aziende, ma anche ad aggregatori di aziende, tra i quali i provider stessi che vogliono aggiungere alla propria selling proposition iniziative e servizi diversi da quelli regolamentati dalla modalità (cosiddetta) flexible benefits.

Attualmente le nostre iniziative sono presenti in circa 25 aziende, principalmente di grandi dimensioni, ma con l’eccezione di qualche PMI “illuminata”.

Il nostro è sicuramente un “pezzo” di welfare che richiede una certa maturità da parte delle aziende, ma stiamo notando che l’anno e mezzo appena trascorso ha alzato il livello di attenzione e la presa di responsabilità da parte delle organizzazioni nel voler rispondere ai bisogni di cura e assistenza dei lavoratori attraverso progettualità strutturate. Guardando al medio periodo, crediamo che si stia aprendo uno spazio di sensibilità importante da parte delle organizzazioni che – sempre di più e sempre in maniera più concreta – vogliono affiancare i caregiver attraverso risposte personalizzate e centrate sull’ascolto del bisogno effettivo. Molti nostri clienti stanno inserendo le nostre iniziative all’interno dei percorsi che insistono sugli obiettivi dell’Agenda 2030, puntando molto sul valore della relazione profit-no profit e sul contributo che l’azienda stessa può dare al proprio territorio attraverso il coinvolgimento diretto delle nostre imprese sociali che, su quel territorio, sono protagoniste nella gestione dei servizi alla persona.

Nel medio periodo ci piacerebbe portare questo approccio e questi servizi anche all’interno delle imprese medie e piccole, in maniera diffusa: il vero tessuto imprenditoriale del nostro Paese.

Il tema del welfare è sempre più un tema “relazionale” nel senso che le iniziative vanno sempre tarate di volta in volta su persone, contesti, tempi, luoghi. In che modo è possibile, secondo Lei, creare un’alleanza tra tutti gli attori necessari nel supportare queste iniziative (istituzioni, reti territoriali, aziende, famiglie, cittadini, …)?

Il tema “relazionale” è il punto. È quell’aspetto che può spostare l’equazione da welfare=piattaforma, a welfare=persone.

Il nostro modello di servizio ha il suo cuore non tanto in una figura, ma nel senso e nel valore della presa in carico e della relazione che si sviluppa tra caregiver e Care Manager.

Lavoratore/caregiver e Care Manager entrano in contatto diretto, instaurano un legame di fiducia che consente di affrontare e gestire la situazione emotiva della persona e della famiglia. Il Care Manager fa ciò che le piattaforme non possono fare: cura relazioni, accompagna, guida nel sistema complesso dei servizi territoriali.

In Italia, più che servizi “nuovi”, servono soggetti in grado di orientare le persone verso i servizi già esistenti; per farlo, serve una forte conoscenza del territorio, delle opportunità rese dal Pubblico e dalle iniziative sviluppate a livello privato e nel privato sociale.

Solo in questo modo si può spostare la risposta da essere welfare standardizzato a welfare davvero personalizzato.

Quali sono le iniziative che Welfare Come Te ha in cantiere per il futuro?

Welfare Come Te è pensato anche per essere un “laboratorio di innovazione sociale”. E non lo dico come slogan: mettiamo in rete centinaia di imprese sociali che sono costantemente immerse nei servizi territoriali; li disegnano, li gestiscono, li modificano, li adattano al contesto, li rinnovano, … “Pescando” da questo pozzo di creatività è possibile poi portare a livello nazionale alcune iniziative locali di grande valore.

Difficile pensare che servizi e iniziative dedicate alle persone, alle famiglie, possano essere statiche, immobili, immutabili; hanno bisogno di essere in continua metamorfosi per adattarsi al tempo e alle necessità (pensate a cosa è accaduto in questo anno e mezzo…).

Per questo, spesso, le aziende ci chiamano per costruire ex novo una progettualità: partiamo da un desiderio dell’azienda, da un suo obiettivo, e la accompagniamo in un percorso di co-costruzione che diventa servizio.

Poi, collaboriamo con altri soggetti che condividono il nostro approccio valoriale e la nostra visione del mercato. Ad esempio, nel 2021 abbiamo lanciato due iniziative importanti: Sostegno Donna, in partnership con WeWorld Onlus, per portare in azienda la sensibilizzazione sulla violenza di genere anche attraverso l’apertura di uno sportello di ascolto e presa in carico; e l’alfabetizzazione finanziaria insieme con Banca Etica, per provare a semplificare l’intricato mondo della finanza e raccontarlo alla portata di tutti.

Ma, ancora più sfidante, abbiamo voluto rispondere al disagio giovanile – frattura che si è accentuata con il periodo di emergenza – attraverso un contest all’interno del quale sono stati ingaggiati educatori delle nostre cooperative per disegnare il nuovo servizio dedicato, appunto all’affiancamento dei genitori nella delicata gestione del periodo adolescenziale.

Autore

  • Nasce a Milano nel 1984. Studia Scienze Politiche in un percorso accademico che passa da Milano, Londra e Tampere (in Finlandia), per poi iniziare la carriera professionale all’Ambasciata d’Italia a Pechino, in Cina. Rientrato in Italia, approccia il mondo del welfare aziendale – in Eudaimon – quando era ancora materia poco conosciuta, e inizia un lungo percorso nella consulenza per la progettazione, gestione e comunicazione dei Piani di Welfare di alcune tra le più importanti organizzazioni in Italia. Da sempre fervente sostenitore di politiche di welfare “serie”, sente l’esigenza di rafforzare la propria competenza nella progettazione di iniziative di Welfare Sociale, si allontana dai (cosiddetti) flexible benefits per iniziare un progetto imprenditoriale nel mondo della cooperazione sociale. Così, da inizio 2020 è direttore di Welfare Come Te: impresa costituita dal più grande network italiano di cooperative sociali. Welfare Come Te è un consorzio cooperativo in grado di raggiungere ogni regione, per proporre iniziative di welfare che rispondono ai bisogni dei caregiver e alle necessità di orientamento e assistenza dei lavoratori e delle loro famiglie rispetto ai servizi alla persona presenti nei vari territori.

  • Dottoranda in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi nel corso di dottorato in Formazione, Patrimonio Culturale e Territori presso l’Università di Macerata (XXVI ciclo), con un progetto di ricerca legato alle dinamiche generazionali e di valorizzazione territoriale che caratterizzano il family business delle PMI. Membro dell’Associazione Italiana di Sociologia, nelle rispettive sezioni di Studi di Genere e Sociologia del Territorio; membro dell’Associazione Europea di Sociologia nei network RN 12- Environment and Sociology e RN13- Sociology of Families and Intimate Lives. I suoi interessi di studio e ricerca si concentrano sulle relazioni familiari, nello specifico i rapporti intergenerazionali e l’indagine della famiglia come attore economico (fruitore e attivatore), e sulla valorizzazione del territorio, in particolare delle aree rurali, ad opera degli attori protagonisti e delle reti sociali che lo caratterizzano. Collabora da tre anni all’organizzazione di Caseifici Agricoli Open Day, evento legato ad una rete di aziende agricole italiane che ha l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale tangibile e intangibile delle aree interne attraverso la tradizione casearia.