Introduzione
Sfide e nuove opportunità per il benessere in azienda: quale spazio per lo smart working? 1. Le sfide Negli ultimi decenni i cambiamenti demografici hanno…
a cura di Franca Maino
“Lavoro e lavoratori/trici ‘smart’” è un Quaderno che mette a fuoco le sfide e le nuove opportunità per il benessere delle aziende che lasciano spazio allo smart working.
Risale al 2017 l’approvazione della Legge 81 sullo smart working che risponde anche alle trasformazioni del lavoro connesse alla diffusione di strumenti tecnologici sempre più avanzati. Nonostante l’Italia risulti agli ultimi posti nell’Unione Europea per numero di lavoratori “agili”, non mancano esempi di aziende (ma anche di PA) che hanno messo in atto politiche di smart working.
I vantaggi di questa politica, sia per l’impresa (benefici fiscali, rafforzamento del legame con i lavoratori, aumento della produttività) che per i lavoratori (soddisfacimento di nuovi bisogni, di alcune richieste “gratificanti” e maggiore benessere organizzativo), viaggiano sullo stesso binario e possono favorire l’emergere di un nuovo patto di fiducia tra l’azienda e la persona e al contempo contribuire, in una logica sistemica, a ripensare il modello di protezione sociale.
Nella parte delle Riflessioni si analizza lo scenario dello smart working nel settore pubblico e privato, focalizzando l’attenzione su prospettive e impatti. Si propone uno stato dell’arte della valutazione dello smart working e si analizza, dal punto di vista delle risorse umane, il cambio di prospettiva per il futuro.
Nella parte delle Esperienze si osservano due casi di aziende che hanno implementato questa misura da diverso tempo e uno proveniente dal mondo della consulenza che ha proposto un modello di gestione del processo di cambiamento in atto per applicarlo a diverse realtà organizzative.
Ne emerge uno scenario dalle ricadute sociali e organizzative da valorizzare e diffondere che genera un impatto “sistemico” di ampia portata e fornisce l’opportunità di “ridisegnare” il luogo di lavoro del futuro e creare occasioni di maggiore partecipazione dei lavoratori, favorendo al contempo un cambiamento basato su nuove logiche organizzative e sull’innovazione sociale.
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a cura di Franca Maino
“Lavoro e lavoratori/trici ‘smart’” è un Quaderno che mette a fuoco le sfide e le nuove opportunità per il benessere delle aziende che lasciano spazio allo smart working.
Risale al 2017 l’approvazione della Legge 81 sullo smart working che risponde anche alle trasformazioni del lavoro connesse alla diffusione di strumenti tecnologici sempre più avanzati. Nonostante l’Italia risulti agli ultimi posti nell’Unione Europea per numero di lavoratori “agili”, non mancano esempi di aziende (ma anche di PA) che hanno messo in atto politiche di smart working.
I vantaggi di questa politica, sia per l’impresa (benefici fiscali, rafforzamento del legame con i lavoratori, aumento della produttività) che per i lavoratori (soddisfacimento di nuovi bisogni, di alcune richieste “gratificanti” e maggiore benessere organizzativo), viaggiano sullo stesso binario e possono favorire l’emergere di un nuovo patto di fiducia tra l’azienda e la persona e al contempo contribuire, in una logica sistemica, a ripensare il modello di protezione sociale.
Nella parte delle Riflessioni si analizza lo scenario dello smart working nel settore pubblico e privato, focalizzando l’attenzione su prospettive e impatti. Si propone uno stato dell’arte della valutazione dello smart working e si analizza, dal punto di vista delle risorse umane, il cambio di prospettiva per il futuro.
Nella parte delle Esperienze si osservano due casi di aziende che hanno implementato questa misura da diverso tempo e uno proveniente dal mondo della consulenza che ha proposto un modello di gestione del processo di cambiamento in atto per applicarlo a diverse realtà organizzative.
Ne emerge uno scenario dalle ricadute sociali e organizzative da valorizzare e diffondere che genera un impatto “sistemico” di ampia portata e fornisce l’opportunità di “ridisegnare” il luogo di lavoro del futuro e creare occasioni di maggiore partecipazione dei lavoratori, favorendo al contempo un cambiamento basato su nuove logiche organizzative e sull’innovazione sociale.
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Sfide e nuove opportunità per il benessere in azienda: quale spazio per lo smart working? 1. Le sfide Negli ultimi decenni i cambiamenti demografici hanno…
a cura di Franca Maino
“Lavoro e lavoratori/trici ‘smart’” è un Quaderno che mette a fuoco le sfide e le nuove opportunità per il benessere delle aziende che lasciano spazio allo smart working.
Risale al 2017 l’approvazione della Legge 81 sullo smart working che risponde anche alle trasformazioni del lavoro connesse alla diffusione di strumenti tecnologici sempre più avanzati. Nonostante l’Italia risulti agli ultimi posti nell’Unione Europea per numero di lavoratori “agili”, non mancano esempi di aziende (ma anche di PA) che hanno messo in atto politiche di smart working.
I vantaggi di questa politica, sia per l’impresa (benefici fiscali, rafforzamento del legame con i lavoratori, aumento della produttività) che per i lavoratori (soddisfacimento di nuovi bisogni, di alcune richieste “gratificanti” e maggiore benessere organizzativo), viaggiano sullo stesso binario e possono favorire l’emergere di un nuovo patto di fiducia tra l’azienda e la persona e al contempo contribuire, in una logica sistemica, a ripensare il modello di protezione sociale.
Nella parte delle Riflessioni si analizza lo scenario dello smart working nel settore pubblico e privato, focalizzando l’attenzione su prospettive e impatti. Si propone uno stato dell’arte della valutazione dello smart working e si analizza, dal punto di vista delle risorse umane, il cambio di prospettiva per il futuro.
Nella parte delle Esperienze si osservano due casi di aziende che hanno implementato questa misura da diverso tempo e uno proveniente dal mondo della consulenza che ha proposto un modello di gestione del processo di cambiamento in atto per applicarlo a diverse realtà organizzative.
Ne emerge uno scenario dalle ricadute sociali e organizzative da valorizzare e diffondere che genera un impatto “sistemico” di ampia portata e fornisce l’opportunità di “ridisegnare” il luogo di lavoro del futuro e creare occasioni di maggiore partecipazione dei lavoratori, favorendo al contempo un cambiamento basato su nuove logiche organizzative e sull’innovazione sociale.
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In Italia nel 2017 ci sono stati, a livello normativo, sviluppi significativi sul fronte della regolazione del lavoro agile1 sia nell’ambito privato, sia in quello…
a cura di Franca Maino
“Lavoro e lavoratori/trici ‘smart’” è un Quaderno che mette a fuoco le sfide e le nuove opportunità per il benessere delle aziende che lasciano spazio allo smart working.
Risale al 2017 l’approvazione della Legge 81 sullo smart working che risponde anche alle trasformazioni del lavoro connesse alla diffusione di strumenti tecnologici sempre più avanzati. Nonostante l’Italia risulti agli ultimi posti nell’Unione Europea per numero di lavoratori “agili”, non mancano esempi di aziende (ma anche di PA) che hanno messo in atto politiche di smart working.
I vantaggi di questa politica, sia per l’impresa (benefici fiscali, rafforzamento del legame con i lavoratori, aumento della produttività) che per i lavoratori (soddisfacimento di nuovi bisogni, di alcune richieste “gratificanti” e maggiore benessere organizzativo), viaggiano sullo stesso binario e possono favorire l’emergere di un nuovo patto di fiducia tra l’azienda e la persona e al contempo contribuire, in una logica sistemica, a ripensare il modello di protezione sociale.
Nella parte delle Riflessioni si analizza lo scenario dello smart working nel settore pubblico e privato, focalizzando l’attenzione su prospettive e impatti. Si propone uno stato dell’arte della valutazione dello smart working e si analizza, dal punto di vista delle risorse umane, il cambio di prospettiva per il futuro.
Nella parte delle Esperienze si osservano due casi di aziende che hanno implementato questa misura da diverso tempo e uno proveniente dal mondo della consulenza che ha proposto un modello di gestione del processo di cambiamento in atto per applicarlo a diverse realtà organizzative.
Ne emerge uno scenario dalle ricadute sociali e organizzative da valorizzare e diffondere che genera un impatto “sistemico” di ampia portata e fornisce l’opportunità di “ridisegnare” il luogo di lavoro del futuro e creare occasioni di maggiore partecipazione dei lavoratori, favorendo al contempo un cambiamento basato su nuove logiche organizzative e sull’innovazione sociale.
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Le iniziative di smart working si sono diffuse molto rapidamente nelle organizzazioni pubbliche e private nel nostro paese, rendendo questo approccio uno dei temi di…
a cura di Franca Maino
“Lavoro e lavoratori/trici ‘smart’” è un Quaderno che mette a fuoco le sfide e le nuove opportunità per il benessere delle aziende che lasciano spazio allo smart working.
Risale al 2017 l’approvazione della Legge 81 sullo smart working che risponde anche alle trasformazioni del lavoro connesse alla diffusione di strumenti tecnologici sempre più avanzati. Nonostante l’Italia risulti agli ultimi posti nell’Unione Europea per numero di lavoratori “agili”, non mancano esempi di aziende (ma anche di PA) che hanno messo in atto politiche di smart working.
I vantaggi di questa politica, sia per l’impresa (benefici fiscali, rafforzamento del legame con i lavoratori, aumento della produttività) che per i lavoratori (soddisfacimento di nuovi bisogni, di alcune richieste “gratificanti” e maggiore benessere organizzativo), viaggiano sullo stesso binario e possono favorire l’emergere di un nuovo patto di fiducia tra l’azienda e la persona e al contempo contribuire, in una logica sistemica, a ripensare il modello di protezione sociale.
Nella parte delle Riflessioni si analizza lo scenario dello smart working nel settore pubblico e privato, focalizzando l’attenzione su prospettive e impatti. Si propone uno stato dell’arte della valutazione dello smart working e si analizza, dal punto di vista delle risorse umane, il cambio di prospettiva per il futuro.
Nella parte delle Esperienze si osservano due casi di aziende che hanno implementato questa misura da diverso tempo e uno proveniente dal mondo della consulenza che ha proposto un modello di gestione del processo di cambiamento in atto per applicarlo a diverse realtà organizzative.
Ne emerge uno scenario dalle ricadute sociali e organizzative da valorizzare e diffondere che genera un impatto “sistemico” di ampia portata e fornisce l’opportunità di “ridisegnare” il luogo di lavoro del futuro e creare occasioni di maggiore partecipazione dei lavoratori, favorendo al contempo un cambiamento basato su nuove logiche organizzative e sull’innovazione sociale.
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1. Divertente osservare ora il mondo delle aziende… … curiosamente affacciato sul futuro mentre sperimenta se stesso, nel cauto tentativo di abbandonare un passato che…
a cura di Franca Maino
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Risale al 2017 l’approvazione della Legge 81 sullo smart working che risponde anche alle trasformazioni del lavoro connesse alla diffusione di strumenti tecnologici sempre più avanzati. Nonostante l’Italia risulti agli ultimi posti nell’Unione Europea per numero di lavoratori “agili”, non mancano esempi di aziende (ma anche di PA) che hanno messo in atto politiche di smart working.
I vantaggi di questa politica, sia per l’impresa (benefici fiscali, rafforzamento del legame con i lavoratori, aumento della produttività) che per i lavoratori (soddisfacimento di nuovi bisogni, di alcune richieste “gratificanti” e maggiore benessere organizzativo), viaggiano sullo stesso binario e possono favorire l’emergere di un nuovo patto di fiducia tra l’azienda e la persona e al contempo contribuire, in una logica sistemica, a ripensare il modello di protezione sociale.
Nella parte delle Riflessioni si analizza lo scenario dello smart working nel settore pubblico e privato, focalizzando l’attenzione su prospettive e impatti. Si propone uno stato dell’arte della valutazione dello smart working e si analizza, dal punto di vista delle risorse umane, il cambio di prospettiva per il futuro.
Nella parte delle Esperienze si osservano due casi di aziende che hanno implementato questa misura da diverso tempo e uno proveniente dal mondo della consulenza che ha proposto un modello di gestione del processo di cambiamento in atto per applicarlo a diverse realtà organizzative.
Ne emerge uno scenario dalle ricadute sociali e organizzative da valorizzare e diffondere che genera un impatto “sistemico” di ampia portata e fornisce l’opportunità di “ridisegnare” il luogo di lavoro del futuro e creare occasioni di maggiore partecipazione dei lavoratori, favorendo al contempo un cambiamento basato su nuove logiche organizzative e sull’innovazione sociale.
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1. Introduzione Lo smart working si colloca come una misura di flessibilità innovativa e viene definito come una nuova modalità di lavoro che ha lo…
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Risale al 2017 l’approvazione della Legge 81 sullo smart working che risponde anche alle trasformazioni del lavoro connesse alla diffusione di strumenti tecnologici sempre più avanzati. Nonostante l’Italia risulti agli ultimi posti nell’Unione Europea per numero di lavoratori “agili”, non mancano esempi di aziende (ma anche di PA) che hanno messo in atto politiche di smart working.
I vantaggi di questa politica, sia per l’impresa (benefici fiscali, rafforzamento del legame con i lavoratori, aumento della produttività) che per i lavoratori (soddisfacimento di nuovi bisogni, di alcune richieste “gratificanti” e maggiore benessere organizzativo), viaggiano sullo stesso binario e possono favorire l’emergere di un nuovo patto di fiducia tra l’azienda e la persona e al contempo contribuire, in una logica sistemica, a ripensare il modello di protezione sociale.
Nella parte delle Riflessioni si analizza lo scenario dello smart working nel settore pubblico e privato, focalizzando l’attenzione su prospettive e impatti. Si propone uno stato dell’arte della valutazione dello smart working e si analizza, dal punto di vista delle risorse umane, il cambio di prospettiva per il futuro.
Nella parte delle Esperienze si osservano due casi di aziende che hanno implementato questa misura da diverso tempo e uno proveniente dal mondo della consulenza che ha proposto un modello di gestione del processo di cambiamento in atto per applicarlo a diverse realtà organizzative.
Ne emerge uno scenario dalle ricadute sociali e organizzative da valorizzare e diffondere che genera un impatto “sistemico” di ampia portata e fornisce l’opportunità di “ridisegnare” il luogo di lavoro del futuro e creare occasioni di maggiore partecipazione dei lavoratori, favorendo al contempo un cambiamento basato su nuove logiche organizzative e sull’innovazione sociale.
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1. Introduzione Il caso Davines riassume in modo efficace l’attenzione che negli ultimi anni il mondo aziendale ha avuto verso la sperimentazione e l’adozione di…
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Risale al 2017 l’approvazione della Legge 81 sullo smart working che risponde anche alle trasformazioni del lavoro connesse alla diffusione di strumenti tecnologici sempre più avanzati. Nonostante l’Italia risulti agli ultimi posti nell’Unione Europea per numero di lavoratori “agili”, non mancano esempi di aziende (ma anche di PA) che hanno messo in atto politiche di smart working.
I vantaggi di questa politica, sia per l’impresa (benefici fiscali, rafforzamento del legame con i lavoratori, aumento della produttività) che per i lavoratori (soddisfacimento di nuovi bisogni, di alcune richieste “gratificanti” e maggiore benessere organizzativo), viaggiano sullo stesso binario e possono favorire l’emergere di un nuovo patto di fiducia tra l’azienda e la persona e al contempo contribuire, in una logica sistemica, a ripensare il modello di protezione sociale.
Nella parte delle Riflessioni si analizza lo scenario dello smart working nel settore pubblico e privato, focalizzando l’attenzione su prospettive e impatti. Si propone uno stato dell’arte della valutazione dello smart working e si analizza, dal punto di vista delle risorse umane, il cambio di prospettiva per il futuro.
Nella parte delle Esperienze si osservano due casi di aziende che hanno implementato questa misura da diverso tempo e uno proveniente dal mondo della consulenza che ha proposto un modello di gestione del processo di cambiamento in atto per applicarlo a diverse realtà organizzative.
Ne emerge uno scenario dalle ricadute sociali e organizzative da valorizzare e diffondere che genera un impatto “sistemico” di ampia portata e fornisce l’opportunità di “ridisegnare” il luogo di lavoro del futuro e creare occasioni di maggiore partecipazione dei lavoratori, favorendo al contempo un cambiamento basato su nuove logiche organizzative e sull’innovazione sociale.
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1. Introduzione «Many processes are repeated in time, and organizations come to be designed in order to ensure reliability, which is the ability to reproduce…