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Quaderno 11

Quaderno 11 (Giugno 2023)

La conciliazione famiglia-lavoro come leva per la Diversity Equity & Inclusion

a cura di Adele Mapelli

“La conciliazione famiglia-lavoro come leva per la Diversity Equity e Inclusion” è un Quaderno che propone una prospettiva nuova al tema della DE&I in azienda a partire dalla centralità della conciliazione famiglia-lavoro.
Viene ripercorso il passaggio dal Diversity Management alla Diversity, Equity & Inclusion, a partire da un cambio lessicale nel quale gli strumenti di conciliazione vengono analizzati come veicoli e leve per la creazione di ambienti aziendali inclusivi, in grado di dare una risposta concreta al bisogno di integrazione e armonizzazione dell’identità lavorativa e di quella personale e familiare dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nella parte delle Riflessioni si propongono quattro condizioni necessarie per creare inclusione, di cui due ascrivibili ad un piano politico, due afferenti all’ambito aziendale. Le prime due prendono in esame la disponibilità di servizi, preferibilmente pubblici, che supportino la work life integration e la necessità che le strategie e le pratiche di conciliazione siano in grado di adattarsi alle diverse esigenze e caratteristiche dei soggetti che operano all’interno delle organizzazioni, tenendo conto delle loro specificità (genere, età, situazione familiare, appartenenza etnica, condizione contrattuale…), così come alle diverse fasi di vita. Le altre due fanno emergere come un’organizzazione pubblica o privata, per promuovere benessere e inclusione, debba integrarli negli obiettivi di business e considerarli come le fondamenta dei sistemi di gestione delle persone; in tal senso le organizzazioni inclusive si rivelano quelle in cui la cultura connette ogni lavoratore all’organizzazione e ne incoraggia la collaborazione, sostenendo sia il senso di appartenenza e di coinvolgimento alla vita organizzativa che la sua unicità.
Nella parte delle Esperienze si analizzano voci di aziende, mondo della consulenza e accademia. Si parla di Certificazione della Parità di Genere, genitorialità, con un focus particolare sui neo-papà, strumenti di cittadinanza attiva, formazione specialistica nell’ottica di una visione sistemica e di una visione organizzativa.

Scarica il Quaderno completo in formato pdf

Diversity Equity & Inclusion

Quaderno 11 (Giugno 2023)

La conciliazione famiglia-lavoro come leva per la Diversity Equity & Inclusion

a cura di Adele Mapelli

“La conciliazione famiglia-lavoro come leva per la Diversity Equity e Inclusion” è un Quaderno che propone una prospettiva nuova al tema della DE&I in azienda a partire dalla centralità della conciliazione famiglia-lavoro.
Viene ripercorso il passaggio dal Diversity Management alla Diversity, Equity & Inclusion, a partire da un cambio lessicale nel quale gli strumenti di conciliazione vengono analizzati come veicoli e leve per la creazione di ambienti aziendali inclusivi, in grado di dare una risposta concreta al bisogno di integrazione e armonizzazione dell’identità lavorativa e di quella personale e familiare dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nella parte delle Riflessioni si propongono quattro condizioni necessarie per creare inclusione, di cui due ascrivibili ad un piano politico, due afferenti all’ambito aziendale. Le prime due prendono in esame la disponibilità di servizi, preferibilmente pubblici, che supportino la work life integration e la necessità che le strategie e le pratiche di conciliazione siano in grado di adattarsi alle diverse esigenze e caratteristiche dei soggetti che operano all’interno delle organizzazioni, tenendo conto delle loro specificità (genere, età, situazione familiare, appartenenza etnica, condizione contrattuale…), così come alle diverse fasi di vita. Le altre due fanno emergere come un’organizzazione pubblica o privata, per promuovere benessere e inclusione, debba integrarli negli obiettivi di business e considerarli come le fondamenta dei sistemi di gestione delle persone; in tal senso le organizzazioni inclusive si rivelano quelle in cui la cultura connette ogni lavoratore all’organizzazione e ne incoraggia la collaborazione, sostenendo sia il senso di appartenenza e di coinvolgimento alla vita organizzativa che la sua unicità.
Nella parte delle Esperienze si analizzano voci di aziende, mondo della consulenza e accademia. Si parla di Certificazione della Parità di Genere, genitorialità, con un focus particolare sui neo-papà, strumenti di cittadinanza attiva, formazione specialistica nell’ottica di una visione sistemica e di una visione organizzativa.

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Diversity Equity & Inclusion

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La conciliazione famiglia-lavoro come leva per la Diversity Equity & Inclusion

a cura di Adele Mapelli

“La conciliazione famiglia-lavoro come leva per la Diversity Equity e Inclusion” è un Quaderno che propone una prospettiva nuova al tema della DE&I in azienda a partire dalla centralità della conciliazione famiglia-lavoro.
Viene ripercorso il passaggio dal Diversity Management alla Diversity, Equity & Inclusion, a partire da un cambio lessicale nel quale gli strumenti di conciliazione vengono analizzati come veicoli e leve per la creazione di ambienti aziendali inclusivi, in grado di dare una risposta concreta al bisogno di integrazione e armonizzazione dell’identità lavorativa e di quella personale e familiare dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nella parte delle Riflessioni si propongono quattro condizioni necessarie per creare inclusione, di cui due ascrivibili ad un piano politico, due afferenti all’ambito aziendale. Le prime due prendono in esame la disponibilità di servizi, preferibilmente pubblici, che supportino la work life integration e la necessità che le strategie e le pratiche di conciliazione siano in grado di adattarsi alle diverse esigenze e caratteristiche dei soggetti che operano all’interno delle organizzazioni, tenendo conto delle loro specificità (genere, età, situazione familiare, appartenenza etnica, condizione contrattuale…), così come alle diverse fasi di vita. Le altre due fanno emergere come un’organizzazione pubblica o privata, per promuovere benessere e inclusione, debba integrarli negli obiettivi di business e considerarli come le fondamenta dei sistemi di gestione delle persone; in tal senso le organizzazioni inclusive si rivelano quelle in cui la cultura connette ogni lavoratore all’organizzazione e ne incoraggia la collaborazione, sostenendo sia il senso di appartenenza e di coinvolgimento alla vita organizzativa che la sua unicità.
Nella parte delle Esperienze si analizzano voci di aziende, mondo della consulenza e accademia. Si parla di Certificazione della Parità di Genere, genitorialità, con un focus particolare sui neo-papà, strumenti di cittadinanza attiva, formazione specialistica nell’ottica di una visione sistemica e di una visione organizzativa.

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La conciliazione famiglia-lavoro come leva per la Diversity Equity & Inclusion

a cura di Adele Mapelli

“La conciliazione famiglia-lavoro come leva per la Diversity Equity e Inclusion” è un Quaderno che propone una prospettiva nuova al tema della DE&I in azienda a partire dalla centralità della conciliazione famiglia-lavoro.
Viene ripercorso il passaggio dal Diversity Management alla Diversity, Equity & Inclusion, a partire da un cambio lessicale nel quale gli strumenti di conciliazione vengono analizzati come veicoli e leve per la creazione di ambienti aziendali inclusivi, in grado di dare una risposta concreta al bisogno di integrazione e armonizzazione dell’identità lavorativa e di quella personale e familiare dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nella parte delle Riflessioni si propongono quattro condizioni necessarie per creare inclusione, di cui due ascrivibili ad un piano politico, due afferenti all’ambito aziendale. Le prime due prendono in esame la disponibilità di servizi, preferibilmente pubblici, che supportino la work life integration e la necessità che le strategie e le pratiche di conciliazione siano in grado di adattarsi alle diverse esigenze e caratteristiche dei soggetti che operano all’interno delle organizzazioni, tenendo conto delle loro specificità (genere, età, situazione familiare, appartenenza etnica, condizione contrattuale…), così come alle diverse fasi di vita. Le altre due fanno emergere come un’organizzazione pubblica o privata, per promuovere benessere e inclusione, debba integrarli negli obiettivi di business e considerarli come le fondamenta dei sistemi di gestione delle persone; in tal senso le organizzazioni inclusive si rivelano quelle in cui la cultura connette ogni lavoratore all’organizzazione e ne incoraggia la collaborazione, sostenendo sia il senso di appartenenza e di coinvolgimento alla vita organizzativa che la sua unicità.
Nella parte delle Esperienze si analizzano voci di aziende, mondo della consulenza e accademia. Si parla di Certificazione della Parità di Genere, genitorialità, con un focus particolare sui neo-papà, strumenti di cittadinanza attiva, formazione specialistica nell’ottica di una visione sistemica e di una visione organizzativa.

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La conciliazione famiglia-lavoro come leva per la Diversity Equity & Inclusion

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“La conciliazione famiglia-lavoro come leva per la Diversity Equity e Inclusion” è un Quaderno che propone una prospettiva nuova al tema della DE&I in azienda a partire dalla centralità della conciliazione famiglia-lavoro.
Viene ripercorso il passaggio dal Diversity Management alla Diversity, Equity & Inclusion, a partire da un cambio lessicale nel quale gli strumenti di conciliazione vengono analizzati come veicoli e leve per la creazione di ambienti aziendali inclusivi, in grado di dare una risposta concreta al bisogno di integrazione e armonizzazione dell’identità lavorativa e di quella personale e familiare dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nella parte delle Riflessioni si propongono quattro condizioni necessarie per creare inclusione, di cui due ascrivibili ad un piano politico, due afferenti all’ambito aziendale. Le prime due prendono in esame la disponibilità di servizi, preferibilmente pubblici, che supportino la work life integration e la necessità che le strategie e le pratiche di conciliazione siano in grado di adattarsi alle diverse esigenze e caratteristiche dei soggetti che operano all’interno delle organizzazioni, tenendo conto delle loro specificità (genere, età, situazione familiare, appartenenza etnica, condizione contrattuale…), così come alle diverse fasi di vita. Le altre due fanno emergere come un’organizzazione pubblica o privata, per promuovere benessere e inclusione, debba integrarli negli obiettivi di business e considerarli come le fondamenta dei sistemi di gestione delle persone; in tal senso le organizzazioni inclusive si rivelano quelle in cui la cultura connette ogni lavoratore all’organizzazione e ne incoraggia la collaborazione, sostenendo sia il senso di appartenenza e di coinvolgimento alla vita organizzativa che la sua unicità.
Nella parte delle Esperienze si analizzano voci di aziende, mondo della consulenza e accademia. Si parla di Certificazione della Parità di Genere, genitorialità, con un focus particolare sui neo-papà, strumenti di cittadinanza attiva, formazione specialistica nell’ottica di una visione sistemica e di una visione organizzativa.

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La conciliazione famiglia-lavoro come leva per la Diversity Equity & Inclusion

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Viene ripercorso il passaggio dal Diversity Management alla Diversity, Equity & Inclusion, a partire da un cambio lessicale nel quale gli strumenti di conciliazione vengono analizzati come veicoli e leve per la creazione di ambienti aziendali inclusivi, in grado di dare una risposta concreta al bisogno di integrazione e armonizzazione dell’identità lavorativa e di quella personale e familiare dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nella parte delle Riflessioni si propongono quattro condizioni necessarie per creare inclusione, di cui due ascrivibili ad un piano politico, due afferenti all’ambito aziendale. Le prime due prendono in esame la disponibilità di servizi, preferibilmente pubblici, che supportino la work life integration e la necessità che le strategie e le pratiche di conciliazione siano in grado di adattarsi alle diverse esigenze e caratteristiche dei soggetti che operano all’interno delle organizzazioni, tenendo conto delle loro specificità (genere, età, situazione familiare, appartenenza etnica, condizione contrattuale…), così come alle diverse fasi di vita. Le altre due fanno emergere come un’organizzazione pubblica o privata, per promuovere benessere e inclusione, debba integrarli negli obiettivi di business e considerarli come le fondamenta dei sistemi di gestione delle persone; in tal senso le organizzazioni inclusive si rivelano quelle in cui la cultura connette ogni lavoratore all’organizzazione e ne incoraggia la collaborazione, sostenendo sia il senso di appartenenza e di coinvolgimento alla vita organizzativa che la sua unicità.
Nella parte delle Esperienze si analizzano voci di aziende, mondo della consulenza e accademia. Si parla di Certificazione della Parità di Genere, genitorialità, con un focus particolare sui neo-papà, strumenti di cittadinanza attiva, formazione specialistica nell’ottica di una visione sistemica e di una visione organizzativa.

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Diversity Equity & Inclusion

Le pratiche di diversità e inclusione servono “davvero”? Il ruolo della direzione HR tra sostenibilità e significato del lavoro

«Patente, libretto e assicurazione. Concilia?»[1] così recita Gigi Proietti nei panni dell’indimenticabile Mandrake. Nel film, il malcapitato, finito nelle grinfie del vigile truffaldino, concilia, ovvero… 

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“La conciliazione famiglia-lavoro come leva per la Diversity Equity e Inclusion” è un Quaderno che propone una prospettiva nuova al tema della DE&I in azienda a partire dalla centralità della conciliazione famiglia-lavoro.
Viene ripercorso il passaggio dal Diversity Management alla Diversity, Equity & Inclusion, a partire da un cambio lessicale nel quale gli strumenti di conciliazione vengono analizzati come veicoli e leve per la creazione di ambienti aziendali inclusivi, in grado di dare una risposta concreta al bisogno di integrazione e armonizzazione dell’identità lavorativa e di quella personale e familiare dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nella parte delle Riflessioni si propongono quattro condizioni necessarie per creare inclusione, di cui due ascrivibili ad un piano politico, due afferenti all’ambito aziendale. Le prime due prendono in esame la disponibilità di servizi, preferibilmente pubblici, che supportino la work life integration e la necessità che le strategie e le pratiche di conciliazione siano in grado di adattarsi alle diverse esigenze e caratteristiche dei soggetti che operano all’interno delle organizzazioni, tenendo conto delle loro specificità (genere, età, situazione familiare, appartenenza etnica, condizione contrattuale…), così come alle diverse fasi di vita. Le altre due fanno emergere come un’organizzazione pubblica o privata, per promuovere benessere e inclusione, debba integrarli negli obiettivi di business e considerarli come le fondamenta dei sistemi di gestione delle persone; in tal senso le organizzazioni inclusive si rivelano quelle in cui la cultura connette ogni lavoratore all’organizzazione e ne incoraggia la collaborazione, sostenendo sia il senso di appartenenza e di coinvolgimento alla vita organizzativa che la sua unicità.
Nella parte delle Esperienze si analizzano voci di aziende, mondo della consulenza e accademia. Si parla di Certificazione della Parità di Genere, genitorialità, con un focus particolare sui neo-papà, strumenti di cittadinanza attiva, formazione specialistica nell’ottica di una visione sistemica e di una visione organizzativa.

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Viene ripercorso il passaggio dal Diversity Management alla Diversity, Equity & Inclusion, a partire da un cambio lessicale nel quale gli strumenti di conciliazione vengono analizzati come veicoli e leve per la creazione di ambienti aziendali inclusivi, in grado di dare una risposta concreta al bisogno di integrazione e armonizzazione dell’identità lavorativa e di quella personale e familiare dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nella parte delle Riflessioni si propongono quattro condizioni necessarie per creare inclusione, di cui due ascrivibili ad un piano politico, due afferenti all’ambito aziendale. Le prime due prendono in esame la disponibilità di servizi, preferibilmente pubblici, che supportino la work life integration e la necessità che le strategie e le pratiche di conciliazione siano in grado di adattarsi alle diverse esigenze e caratteristiche dei soggetti che operano all’interno delle organizzazioni, tenendo conto delle loro specificità (genere, età, situazione familiare, appartenenza etnica, condizione contrattuale…), così come alle diverse fasi di vita. Le altre due fanno emergere come un’organizzazione pubblica o privata, per promuovere benessere e inclusione, debba integrarli negli obiettivi di business e considerarli come le fondamenta dei sistemi di gestione delle persone; in tal senso le organizzazioni inclusive si rivelano quelle in cui la cultura connette ogni lavoratore all’organizzazione e ne incoraggia la collaborazione, sostenendo sia il senso di appartenenza e di coinvolgimento alla vita organizzativa che la sua unicità.
Nella parte delle Esperienze si analizzano voci di aziende, mondo della consulenza e accademia. Si parla di Certificazione della Parità di Genere, genitorialità, con un focus particolare sui neo-papà, strumenti di cittadinanza attiva, formazione specialistica nell’ottica di una visione sistemica e di una visione organizzativa.

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Viene ripercorso il passaggio dal Diversity Management alla Diversity, Equity & Inclusion, a partire da un cambio lessicale nel quale gli strumenti di conciliazione vengono analizzati come veicoli e leve per la creazione di ambienti aziendali inclusivi, in grado di dare una risposta concreta al bisogno di integrazione e armonizzazione dell’identità lavorativa e di quella personale e familiare dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nella parte delle Riflessioni si propongono quattro condizioni necessarie per creare inclusione, di cui due ascrivibili ad un piano politico, due afferenti all’ambito aziendale. Le prime due prendono in esame la disponibilità di servizi, preferibilmente pubblici, che supportino la work life integration e la necessità che le strategie e le pratiche di conciliazione siano in grado di adattarsi alle diverse esigenze e caratteristiche dei soggetti che operano all’interno delle organizzazioni, tenendo conto delle loro specificità (genere, età, situazione familiare, appartenenza etnica, condizione contrattuale…), così come alle diverse fasi di vita. Le altre due fanno emergere come un’organizzazione pubblica o privata, per promuovere benessere e inclusione, debba integrarli negli obiettivi di business e considerarli come le fondamenta dei sistemi di gestione delle persone; in tal senso le organizzazioni inclusive si rivelano quelle in cui la cultura connette ogni lavoratore all’organizzazione e ne incoraggia la collaborazione, sostenendo sia il senso di appartenenza e di coinvolgimento alla vita organizzativa che la sua unicità.
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Viene ripercorso il passaggio dal Diversity Management alla Diversity, Equity & Inclusion, a partire da un cambio lessicale nel quale gli strumenti di conciliazione vengono analizzati come veicoli e leve per la creazione di ambienti aziendali inclusivi, in grado di dare una risposta concreta al bisogno di integrazione e armonizzazione dell’identità lavorativa e di quella personale e familiare dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nella parte delle Riflessioni si propongono quattro condizioni necessarie per creare inclusione, di cui due ascrivibili ad un piano politico, due afferenti all’ambito aziendale. Le prime due prendono in esame la disponibilità di servizi, preferibilmente pubblici, che supportino la work life integration e la necessità che le strategie e le pratiche di conciliazione siano in grado di adattarsi alle diverse esigenze e caratteristiche dei soggetti che operano all’interno delle organizzazioni, tenendo conto delle loro specificità (genere, età, situazione familiare, appartenenza etnica, condizione contrattuale…), così come alle diverse fasi di vita. Le altre due fanno emergere come un’organizzazione pubblica o privata, per promuovere benessere e inclusione, debba integrarli negli obiettivi di business e considerarli come le fondamenta dei sistemi di gestione delle persone; in tal senso le organizzazioni inclusive si rivelano quelle in cui la cultura connette ogni lavoratore all’organizzazione e ne incoraggia la collaborazione, sostenendo sia il senso di appartenenza e di coinvolgimento alla vita organizzativa che la sua unicità.
Nella parte delle Esperienze si analizzano voci di aziende, mondo della consulenza e accademia. Si parla di Certificazione della Parità di Genere, genitorialità, con un focus particolare sui neo-papà, strumenti di cittadinanza attiva, formazione specialistica nell’ottica di una visione sistemica e di una visione organizzativa.

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