Introduzione
L’integrazione delle “madri che conciliano” Se si volesse individuare una parola che possa fare da fil rouge a tutti gli interventi di questo Quaderno intitolato…
a cura di Anna Maria Minetti
“Madri che conciliano” è un Quaderno che propone di affiancare alla parola “conciliazione famiglia-lavoro” la parola “integrazione”.
Nella parte delle Riflessioni l’esperienza della maternità appare come una palestra per allenare quelle abilità di empatia, capacità di dialogo e di lettura delle emozioni altrui che oggi sono tra le soft skills più valorizzate sul lavoro. Emerge anche come l’interazione tra gli ambiti della famiglia e del lavoro ricada in gran parte sulle donne. D’altra parte, le donne che decidono di lavorare sembra “scompaiano come madri” correndo il rischio di svuotare la propria identità e di rinunciare ai propri tratti caratteristici, banalizzandoli e cercando di imitare l’approccio maschile ai problemi e alle relazioni. La conseguenza è che la maternità è vista come un’esperienza sottrattiva anziché additiva, regressiva anziché trasformativa.
Nella parte delle Esperienze vengono presentati i risultati di uno studio internazionale sul rapporto famiglia-carriera che chiariscono il processo attraverso cui la vita familiare condiziona le decisioni di carriera. Si evidenzia anche come la maternità possa diventare un upgrade nel mondo del lavoro: nella maternità la donna riesce a potenziare le sue energie femminili e trova una palestra di leadership che porta con sé nuove abilità essenziali anche per la vita professionale. Si sottolineano alcune skills che, dopo la maternità, si sviluppano maggiormente nel proprio lavoro: la resilienza, il problem solving e il saper distinguere le cose urgenti da quelli importanti!
L’integrazione famiglia-lavoro appare quindi come qualcosa di più di un velleitario “mettere d’accordo in qualche modo professione e famiglia”, che purtroppo è spesso il magro risultato di un gioco in difesa, dove, se va bene, si spunta un pareggio. Ma a pensare il lavoro e la famiglia come due splendide realtà che si possono incontrare e che possono trovare delle sinergie, generando qualcosa il cui valore è maggiore della somma delle parti.
a cura di Anna Maria Minetti
“Madri che conciliano” è un Quaderno che propone di affiancare alla parola “conciliazione famiglia-lavoro” la parola “integrazione”.
Nella parte delle Riflessioni l’esperienza della maternità appare come una palestra per allenare quelle abilità di empatia, capacità di dialogo e di lettura delle emozioni altrui che oggi sono tra le soft skills più valorizzate sul lavoro. Emerge anche come l’interazione tra gli ambiti della famiglia e del lavoro ricada in gran parte sulle donne. D’altra parte, le donne che decidono di lavorare sembra “scompaiano come madri” correndo il rischio di svuotare la propria identità e di rinunciare ai propri tratti caratteristici, banalizzandoli e cercando di imitare l’approccio maschile ai problemi e alle relazioni. La conseguenza è che la maternità è vista come un’esperienza sottrattiva anziché additiva, regressiva anziché trasformativa.
Nella parte delle Esperienze vengono presentati i risultati di uno studio internazionale sul rapporto famiglia-carriera che chiariscono il processo attraverso cui la vita familiare condiziona le decisioni di carriera. Si evidenzia anche come la maternità possa diventare un upgrade nel mondo del lavoro: nella maternità la donna riesce a potenziare le sue energie femminili e trova una palestra di leadership che porta con sé nuove abilità essenziali anche per la vita professionale. Si sottolineano alcune skills che, dopo la maternità, si sviluppano maggiormente nel proprio lavoro: la resilienza, il problem solving e il saper distinguere le cose urgenti da quelli importanti!
L’integrazione famiglia-lavoro appare quindi come qualcosa di più di un velleitario “mettere d’accordo in qualche modo professione e famiglia”, che purtroppo è spesso il magro risultato di un gioco in difesa, dove, se va bene, si spunta un pareggio. Ma a pensare il lavoro e la famiglia come due splendide realtà che si possono incontrare e che possono trovare delle sinergie, generando qualcosa il cui valore è maggiore della somma delle parti.
L’integrazione delle “madri che conciliano” Se si volesse individuare una parola che possa fare da fil rouge a tutti gli interventi di questo Quaderno intitolato…
a cura di Anna Maria Minetti
“Madri che conciliano” è un Quaderno che propone di affiancare alla parola “conciliazione famiglia-lavoro” la parola “integrazione”.
Nella parte delle Riflessioni l’esperienza della maternità appare come una palestra per allenare quelle abilità di empatia, capacità di dialogo e di lettura delle emozioni altrui che oggi sono tra le soft skills più valorizzate sul lavoro. Emerge anche come l’interazione tra gli ambiti della famiglia e del lavoro ricada in gran parte sulle donne. D’altra parte, le donne che decidono di lavorare sembra “scompaiano come madri” correndo il rischio di svuotare la propria identità e di rinunciare ai propri tratti caratteristici, banalizzandoli e cercando di imitare l’approccio maschile ai problemi e alle relazioni. La conseguenza è che la maternità è vista come un’esperienza sottrattiva anziché additiva, regressiva anziché trasformativa.
Nella parte delle Esperienze vengono presentati i risultati di uno studio internazionale sul rapporto famiglia-carriera che chiariscono il processo attraverso cui la vita familiare condiziona le decisioni di carriera. Si evidenzia anche come la maternità possa diventare un upgrade nel mondo del lavoro: nella maternità la donna riesce a potenziare le sue energie femminili e trova una palestra di leadership che porta con sé nuove abilità essenziali anche per la vita professionale. Si sottolineano alcune skills che, dopo la maternità, si sviluppano maggiormente nel proprio lavoro: la resilienza, il problem solving e il saper distinguere le cose urgenti da quelli importanti!
L’integrazione famiglia-lavoro appare quindi come qualcosa di più di un velleitario “mettere d’accordo in qualche modo professione e famiglia”, che purtroppo è spesso il magro risultato di un gioco in difesa, dove, se va bene, si spunta un pareggio. Ma a pensare il lavoro e la famiglia come due splendide realtà che si possono incontrare e che possono trovare delle sinergie, generando qualcosa il cui valore è maggiore della somma delle parti.
Del primo paragrafo è autrice Maria Novella Bugetti, del secondo paragrafo è autrice Valentina Zacchia; le conclusioni sono scritte da entrambe. 1. La dimensione del…
a cura di Anna Maria Minetti
“Madri che conciliano” è un Quaderno che propone di affiancare alla parola “conciliazione famiglia-lavoro” la parola “integrazione”.
Nella parte delle Riflessioni l’esperienza della maternità appare come una palestra per allenare quelle abilità di empatia, capacità di dialogo e di lettura delle emozioni altrui che oggi sono tra le soft skills più valorizzate sul lavoro. Emerge anche come l’interazione tra gli ambiti della famiglia e del lavoro ricada in gran parte sulle donne. D’altra parte, le donne che decidono di lavorare sembra “scompaiano come madri” correndo il rischio di svuotare la propria identità e di rinunciare ai propri tratti caratteristici, banalizzandoli e cercando di imitare l’approccio maschile ai problemi e alle relazioni. La conseguenza è che la maternità è vista come un’esperienza sottrattiva anziché additiva, regressiva anziché trasformativa.
Nella parte delle Esperienze vengono presentati i risultati di uno studio internazionale sul rapporto famiglia-carriera che chiariscono il processo attraverso cui la vita familiare condiziona le decisioni di carriera. Si evidenzia anche come la maternità possa diventare un upgrade nel mondo del lavoro: nella maternità la donna riesce a potenziare le sue energie femminili e trova una palestra di leadership che porta con sé nuove abilità essenziali anche per la vita professionale. Si sottolineano alcune skills che, dopo la maternità, si sviluppano maggiormente nel proprio lavoro: la resilienza, il problem solving e il saper distinguere le cose urgenti da quelli importanti!
L’integrazione famiglia-lavoro appare quindi come qualcosa di più di un velleitario “mettere d’accordo in qualche modo professione e famiglia”, che purtroppo è spesso il magro risultato di un gioco in difesa, dove, se va bene, si spunta un pareggio. Ma a pensare il lavoro e la famiglia come due splendide realtà che si possono incontrare e che possono trovare delle sinergie, generando qualcosa il cui valore è maggiore della somma delle parti.
1. La rivoluzione silenziosa e incompiuta delle donne italiane Oggi le donne italiane vivono in uno dei venti paesi più ricchi e sviluppati del mondo.…
a cura di Anna Maria Minetti
“Madri che conciliano” è un Quaderno che propone di affiancare alla parola “conciliazione famiglia-lavoro” la parola “integrazione”.
Nella parte delle Riflessioni l’esperienza della maternità appare come una palestra per allenare quelle abilità di empatia, capacità di dialogo e di lettura delle emozioni altrui che oggi sono tra le soft skills più valorizzate sul lavoro. Emerge anche come l’interazione tra gli ambiti della famiglia e del lavoro ricada in gran parte sulle donne. D’altra parte, le donne che decidono di lavorare sembra “scompaiano come madri” correndo il rischio di svuotare la propria identità e di rinunciare ai propri tratti caratteristici, banalizzandoli e cercando di imitare l’approccio maschile ai problemi e alle relazioni. La conseguenza è che la maternità è vista come un’esperienza sottrattiva anziché additiva, regressiva anziché trasformativa.
Nella parte delle Esperienze vengono presentati i risultati di uno studio internazionale sul rapporto famiglia-carriera che chiariscono il processo attraverso cui la vita familiare condiziona le decisioni di carriera. Si evidenzia anche come la maternità possa diventare un upgrade nel mondo del lavoro: nella maternità la donna riesce a potenziare le sue energie femminili e trova una palestra di leadership che porta con sé nuove abilità essenziali anche per la vita professionale. Si sottolineano alcune skills che, dopo la maternità, si sviluppano maggiormente nel proprio lavoro: la resilienza, il problem solving e il saper distinguere le cose urgenti da quelli importanti!
L’integrazione famiglia-lavoro appare quindi come qualcosa di più di un velleitario “mettere d’accordo in qualche modo professione e famiglia”, che purtroppo è spesso il magro risultato di un gioco in difesa, dove, se va bene, si spunta un pareggio. Ma a pensare il lavoro e la famiglia come due splendide realtà che si possono incontrare e che possono trovare delle sinergie, generando qualcosa il cui valore è maggiore della somma delle parti.
1. Alla ricerca di una svolta culturale Questo contributo ha attraversato percorsi accidentati prima di essere presentato in questa veste. Siamo partiti da un confronto:…
a cura di Anna Maria Minetti
“Madri che conciliano” è un Quaderno che propone di affiancare alla parola “conciliazione famiglia-lavoro” la parola “integrazione”.
Nella parte delle Riflessioni l’esperienza della maternità appare come una palestra per allenare quelle abilità di empatia, capacità di dialogo e di lettura delle emozioni altrui che oggi sono tra le soft skills più valorizzate sul lavoro. Emerge anche come l’interazione tra gli ambiti della famiglia e del lavoro ricada in gran parte sulle donne. D’altra parte, le donne che decidono di lavorare sembra “scompaiano come madri” correndo il rischio di svuotare la propria identità e di rinunciare ai propri tratti caratteristici, banalizzandoli e cercando di imitare l’approccio maschile ai problemi e alle relazioni. La conseguenza è che la maternità è vista come un’esperienza sottrattiva anziché additiva, regressiva anziché trasformativa.
Nella parte delle Esperienze vengono presentati i risultati di uno studio internazionale sul rapporto famiglia-carriera che chiariscono il processo attraverso cui la vita familiare condiziona le decisioni di carriera. Si evidenzia anche come la maternità possa diventare un upgrade nel mondo del lavoro: nella maternità la donna riesce a potenziare le sue energie femminili e trova una palestra di leadership che porta con sé nuove abilità essenziali anche per la vita professionale. Si sottolineano alcune skills che, dopo la maternità, si sviluppano maggiormente nel proprio lavoro: la resilienza, il problem solving e il saper distinguere le cose urgenti da quelli importanti!
L’integrazione famiglia-lavoro appare quindi come qualcosa di più di un velleitario “mettere d’accordo in qualche modo professione e famiglia”, che purtroppo è spesso il magro risultato di un gioco in difesa, dove, se va bene, si spunta un pareggio. Ma a pensare il lavoro e la famiglia come due splendide realtà che si possono incontrare e che possono trovare delle sinergie, generando qualcosa il cui valore è maggiore della somma delle parti.
1. Introduzione Negli ultimi anni si è diffusa una crescente consapevolezza riguardo all’inestricabile relazione tra vita privata e lavorativa (Schooreel, Shockley e Verbruggen, 2017; Greenhaus…
a cura di Anna Maria Minetti
“Madri che conciliano” è un Quaderno che propone di affiancare alla parola “conciliazione famiglia-lavoro” la parola “integrazione”.
Nella parte delle Riflessioni l’esperienza della maternità appare come una palestra per allenare quelle abilità di empatia, capacità di dialogo e di lettura delle emozioni altrui che oggi sono tra le soft skills più valorizzate sul lavoro. Emerge anche come l’interazione tra gli ambiti della famiglia e del lavoro ricada in gran parte sulle donne. D’altra parte, le donne che decidono di lavorare sembra “scompaiano come madri” correndo il rischio di svuotare la propria identità e di rinunciare ai propri tratti caratteristici, banalizzandoli e cercando di imitare l’approccio maschile ai problemi e alle relazioni. La conseguenza è che la maternità è vista come un’esperienza sottrattiva anziché additiva, regressiva anziché trasformativa.
Nella parte delle Esperienze vengono presentati i risultati di uno studio internazionale sul rapporto famiglia-carriera che chiariscono il processo attraverso cui la vita familiare condiziona le decisioni di carriera. Si evidenzia anche come la maternità possa diventare un upgrade nel mondo del lavoro: nella maternità la donna riesce a potenziare le sue energie femminili e trova una palestra di leadership che porta con sé nuove abilità essenziali anche per la vita professionale. Si sottolineano alcune skills che, dopo la maternità, si sviluppano maggiormente nel proprio lavoro: la resilienza, il problem solving e il saper distinguere le cose urgenti da quelli importanti!
L’integrazione famiglia-lavoro appare quindi come qualcosa di più di un velleitario “mettere d’accordo in qualche modo professione e famiglia”, che purtroppo è spesso il magro risultato di un gioco in difesa, dove, se va bene, si spunta un pareggio. Ma a pensare il lavoro e la famiglia come due splendide realtà che si possono incontrare e che possono trovare delle sinergie, generando qualcosa il cui valore è maggiore della somma delle parti.
La maternità è un periodo particolarmente delicato ed importante per la donna: la sua vita è “abitata” da una nuova presenza – il figlio –…
a cura di Anna Maria Minetti
“Madri che conciliano” è un Quaderno che propone di affiancare alla parola “conciliazione famiglia-lavoro” la parola “integrazione”.
Nella parte delle Riflessioni l’esperienza della maternità appare come una palestra per allenare quelle abilità di empatia, capacità di dialogo e di lettura delle emozioni altrui che oggi sono tra le soft skills più valorizzate sul lavoro. Emerge anche come l’interazione tra gli ambiti della famiglia e del lavoro ricada in gran parte sulle donne. D’altra parte, le donne che decidono di lavorare sembra “scompaiano come madri” correndo il rischio di svuotare la propria identità e di rinunciare ai propri tratti caratteristici, banalizzandoli e cercando di imitare l’approccio maschile ai problemi e alle relazioni. La conseguenza è che la maternità è vista come un’esperienza sottrattiva anziché additiva, regressiva anziché trasformativa.
Nella parte delle Esperienze vengono presentati i risultati di uno studio internazionale sul rapporto famiglia-carriera che chiariscono il processo attraverso cui la vita familiare condiziona le decisioni di carriera. Si evidenzia anche come la maternità possa diventare un upgrade nel mondo del lavoro: nella maternità la donna riesce a potenziare le sue energie femminili e trova una palestra di leadership che porta con sé nuove abilità essenziali anche per la vita professionale. Si sottolineano alcune skills che, dopo la maternità, si sviluppano maggiormente nel proprio lavoro: la resilienza, il problem solving e il saper distinguere le cose urgenti da quelli importanti!
L’integrazione famiglia-lavoro appare quindi come qualcosa di più di un velleitario “mettere d’accordo in qualche modo professione e famiglia”, che purtroppo è spesso il magro risultato di un gioco in difesa, dove, se va bene, si spunta un pareggio. Ma a pensare il lavoro e la famiglia come due splendide realtà che si possono incontrare e che possono trovare delle sinergie, generando qualcosa il cui valore è maggiore della somma delle parti.
Intervista a Marta Nappo. Sappiamo che ha vinto lo scorso anno il Premio Giovane Manager 2018 di Federmanager. Ma sappiamo anche che è una mamma.…