Introduzione
Negli ultimi decenni, il concetto di povertà ha subito una profonda trasformazione. Non si tratta più soltanto di una condizione materiale legata all’assenza di reddito,…
a cura di Franca Maino
“Nuove povertà e conciliazione famiglia-lavoro” è un Quaderno che nasce dalla crescente rilevanza negli ultimi decenni, legata a fenomeni come l’instabilità del lavoro, la precarizzazione dei contratti e la crescente disuguaglianza economica. Tali dinamiche hanno contribuito a ridefinire le forme di vulnerabilità sociale, evidenziando l’emergere di povertà relative, non più solo legate alla mancanza di reddito, ma anche a fattori come l’accesso limitato ai servizi sociali, l’incapacità di conciliare vita familiare e professionale e l’esclusione sociale. La conciliazione tra famiglia e lavoro è un aspetto cruciale in questo scenario, in quanto una gestione inefficace delle responsabilità familiari e lavorative può aumentare il rischio di povertà, soprattutto tra le famiglie monogenitoriali e quelle con figli piccoli. Politiche pubbliche mirate, come congedi parentali, servizi di assistenza all’infanzia e forme di flessibilità lavorativa, sono strumenti chiave per supportare lavoratrici e lavoratori, riducendo il rischio di esclusione economica e sociale. In questo contesto, è fondamentale prendere in considerazione un approccio integrato che consideri la dimensione sociale, economica e culturale, promuovendo una governance collaborativa tra istituzioni pubbliche, privato e Terzo settore per contrastare le nuove forme di povertà e garantire una maggiore equità e guardare sia alle risposte fornite dal livello centrale sia a quelle messe in campo a livello locale.
A partire da queste premesse, nella parte delle Riflessioni la prospettiva delle “nuove povertà” è analizzata dal punto di vista delle politiche nazionali, tra limiti, riforme e prospettive future, a partire dalla stretta relazione con la conciliazione vita-lavoro e nel contesto italiano della povertà educativa a partire dalla trasmissione intergenerazionale.
Nella parte delle Esperienze la voce delle istituzioni e del Terzo settore dialogano con la prospettiva demografica, l’attenzione ai territori e l’ambito della formazione e dell’educazione.
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a cura di Franca Maino
“Nuove povertà e conciliazione famiglia-lavoro” è un Quaderno che nasce dalla crescente rilevanza negli ultimi decenni, legata a fenomeni come l’instabilità del lavoro, la precarizzazione dei contratti e la crescente disuguaglianza economica. Tali dinamiche hanno contribuito a ridefinire le forme di vulnerabilità sociale, evidenziando l’emergere di povertà relative, non più solo legate alla mancanza di reddito, ma anche a fattori come l’accesso limitato ai servizi sociali, l’incapacità di conciliare vita familiare e professionale e l’esclusione sociale. La conciliazione tra famiglia e lavoro è un aspetto cruciale in questo scenario, in quanto una gestione inefficace delle responsabilità familiari e lavorative può aumentare il rischio di povertà, soprattutto tra le famiglie monogenitoriali e quelle con figli piccoli. Politiche pubbliche mirate, come congedi parentali, servizi di assistenza all’infanzia e forme di flessibilità lavorativa, sono strumenti chiave per supportare lavoratrici e lavoratori, riducendo il rischio di esclusione economica e sociale. In questo contesto, è fondamentale prendere in considerazione un approccio integrato che consideri la dimensione sociale, economica e culturale, promuovendo una governance collaborativa tra istituzioni pubbliche, privato e Terzo settore per contrastare le nuove forme di povertà e garantire una maggiore equità e guardare sia alle risposte fornite dal livello centrale sia a quelle messe in campo a livello locale.
A partire da queste premesse, nella parte delle Riflessioni la prospettiva delle “nuove povertà” è analizzata dal punto di vista delle politiche nazionali, tra limiti, riforme e prospettive future, a partire dalla stretta relazione con la conciliazione vita-lavoro e nel contesto italiano della povertà educativa a partire dalla trasmissione intergenerazionale.
Nella parte delle Esperienze la voce delle istituzioni e del Terzo settore dialogano con la prospettiva demografica, l’attenzione ai territori e l’ambito della formazione e dell’educazione.
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Negli ultimi decenni, il concetto di povertà ha subito una profonda trasformazione. Non si tratta più soltanto di una condizione materiale legata all’assenza di reddito,…
a cura di Franca Maino
“Nuove povertà e conciliazione famiglia-lavoro” è un Quaderno che nasce dalla crescente rilevanza negli ultimi decenni, legata a fenomeni come l’instabilità del lavoro, la precarizzazione dei contratti e la crescente disuguaglianza economica. Tali dinamiche hanno contribuito a ridefinire le forme di vulnerabilità sociale, evidenziando l’emergere di povertà relative, non più solo legate alla mancanza di reddito, ma anche a fattori come l’accesso limitato ai servizi sociali, l’incapacità di conciliare vita familiare e professionale e l’esclusione sociale. La conciliazione tra famiglia e lavoro è un aspetto cruciale in questo scenario, in quanto una gestione inefficace delle responsabilità familiari e lavorative può aumentare il rischio di povertà, soprattutto tra le famiglie monogenitoriali e quelle con figli piccoli. Politiche pubbliche mirate, come congedi parentali, servizi di assistenza all’infanzia e forme di flessibilità lavorativa, sono strumenti chiave per supportare lavoratrici e lavoratori, riducendo il rischio di esclusione economica e sociale. In questo contesto, è fondamentale prendere in considerazione un approccio integrato che consideri la dimensione sociale, economica e culturale, promuovendo una governance collaborativa tra istituzioni pubbliche, privato e Terzo settore per contrastare le nuove forme di povertà e garantire una maggiore equità e guardare sia alle risposte fornite dal livello centrale sia a quelle messe in campo a livello locale.
A partire da queste premesse, nella parte delle Riflessioni la prospettiva delle “nuove povertà” è analizzata dal punto di vista delle politiche nazionali, tra limiti, riforme e prospettive future, a partire dalla stretta relazione con la conciliazione vita-lavoro e nel contesto italiano della povertà educativa a partire dalla trasmissione intergenerazionale.
Nella parte delle Esperienze la voce delle istituzioni e del Terzo settore dialogano con la prospettiva demografica, l’attenzione ai territori e l’ambito della formazione e dell’educazione.
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1. Povertà, denatalità e bassa occupazione: la “sindrome” originaria Già dalla metà degli anni Novanta, l’Italia mostrava sintomi evidenti di quella che può essere definita…
a cura di Franca Maino
“Nuove povertà e conciliazione famiglia-lavoro” è un Quaderno che nasce dalla crescente rilevanza negli ultimi decenni, legata a fenomeni come l’instabilità del lavoro, la precarizzazione dei contratti e la crescente disuguaglianza economica. Tali dinamiche hanno contribuito a ridefinire le forme di vulnerabilità sociale, evidenziando l’emergere di povertà relative, non più solo legate alla mancanza di reddito, ma anche a fattori come l’accesso limitato ai servizi sociali, l’incapacità di conciliare vita familiare e professionale e l’esclusione sociale. La conciliazione tra famiglia e lavoro è un aspetto cruciale in questo scenario, in quanto una gestione inefficace delle responsabilità familiari e lavorative può aumentare il rischio di povertà, soprattutto tra le famiglie monogenitoriali e quelle con figli piccoli. Politiche pubbliche mirate, come congedi parentali, servizi di assistenza all’infanzia e forme di flessibilità lavorativa, sono strumenti chiave per supportare lavoratrici e lavoratori, riducendo il rischio di esclusione economica e sociale. In questo contesto, è fondamentale prendere in considerazione un approccio integrato che consideri la dimensione sociale, economica e culturale, promuovendo una governance collaborativa tra istituzioni pubbliche, privato e Terzo settore per contrastare le nuove forme di povertà e garantire una maggiore equità e guardare sia alle risposte fornite dal livello centrale sia a quelle messe in campo a livello locale.
A partire da queste premesse, nella parte delle Riflessioni la prospettiva delle “nuove povertà” è analizzata dal punto di vista delle politiche nazionali, tra limiti, riforme e prospettive future, a partire dalla stretta relazione con la conciliazione vita-lavoro e nel contesto italiano della povertà educativa a partire dalla trasmissione intergenerazionale.
Nella parte delle Esperienze la voce delle istituzioni e del Terzo settore dialogano con la prospettiva demografica, l’attenzione ai territori e l’ambito della formazione e dell’educazione.
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1. Introduzione Le politiche di conciliazione vita-lavoro sono una leva strategica per promuovere una società più equa e inclusiva. In un contesto, come quello italiano,…
a cura di Franca Maino
“Nuove povertà e conciliazione famiglia-lavoro” è un Quaderno che nasce dalla crescente rilevanza negli ultimi decenni, legata a fenomeni come l’instabilità del lavoro, la precarizzazione dei contratti e la crescente disuguaglianza economica. Tali dinamiche hanno contribuito a ridefinire le forme di vulnerabilità sociale, evidenziando l’emergere di povertà relative, non più solo legate alla mancanza di reddito, ma anche a fattori come l’accesso limitato ai servizi sociali, l’incapacità di conciliare vita familiare e professionale e l’esclusione sociale. La conciliazione tra famiglia e lavoro è un aspetto cruciale in questo scenario, in quanto una gestione inefficace delle responsabilità familiari e lavorative può aumentare il rischio di povertà, soprattutto tra le famiglie monogenitoriali e quelle con figli piccoli. Politiche pubbliche mirate, come congedi parentali, servizi di assistenza all’infanzia e forme di flessibilità lavorativa, sono strumenti chiave per supportare lavoratrici e lavoratori, riducendo il rischio di esclusione economica e sociale. In questo contesto, è fondamentale prendere in considerazione un approccio integrato che consideri la dimensione sociale, economica e culturale, promuovendo una governance collaborativa tra istituzioni pubbliche, privato e Terzo settore per contrastare le nuove forme di povertà e garantire una maggiore equità e guardare sia alle risposte fornite dal livello centrale sia a quelle messe in campo a livello locale.
A partire da queste premesse, nella parte delle Riflessioni la prospettiva delle “nuove povertà” è analizzata dal punto di vista delle politiche nazionali, tra limiti, riforme e prospettive future, a partire dalla stretta relazione con la conciliazione vita-lavoro e nel contesto italiano della povertà educativa a partire dalla trasmissione intergenerazionale.
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1. Introduzione: il legame fra povertà educativa e condizioni familiari La povertà educativa costituisce una forma profonda e strutturale di disuguaglianza sociale, capace di autoriprodursi…
a cura di Franca Maino
“Nuove povertà e conciliazione famiglia-lavoro” è un Quaderno che nasce dalla crescente rilevanza negli ultimi decenni, legata a fenomeni come l’instabilità del lavoro, la precarizzazione dei contratti e la crescente disuguaglianza economica. Tali dinamiche hanno contribuito a ridefinire le forme di vulnerabilità sociale, evidenziando l’emergere di povertà relative, non più solo legate alla mancanza di reddito, ma anche a fattori come l’accesso limitato ai servizi sociali, l’incapacità di conciliare vita familiare e professionale e l’esclusione sociale. La conciliazione tra famiglia e lavoro è un aspetto cruciale in questo scenario, in quanto una gestione inefficace delle responsabilità familiari e lavorative può aumentare il rischio di povertà, soprattutto tra le famiglie monogenitoriali e quelle con figli piccoli. Politiche pubbliche mirate, come congedi parentali, servizi di assistenza all’infanzia e forme di flessibilità lavorativa, sono strumenti chiave per supportare lavoratrici e lavoratori, riducendo il rischio di esclusione economica e sociale. In questo contesto, è fondamentale prendere in considerazione un approccio integrato che consideri la dimensione sociale, economica e culturale, promuovendo una governance collaborativa tra istituzioni pubbliche, privato e Terzo settore per contrastare le nuove forme di povertà e garantire una maggiore equità e guardare sia alle risposte fornite dal livello centrale sia a quelle messe in campo a livello locale.
A partire da queste premesse, nella parte delle Riflessioni la prospettiva delle “nuove povertà” è analizzata dal punto di vista delle politiche nazionali, tra limiti, riforme e prospettive future, a partire dalla stretta relazione con la conciliazione vita-lavoro e nel contesto italiano della povertà educativa a partire dalla trasmissione intergenerazionale.
Nella parte delle Esperienze la voce delle istituzioni e del Terzo settore dialogano con la prospettiva demografica, l’attenzione ai territori e l’ambito della formazione e dell’educazione.
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Intervista a Elena Bonetti a cura di Sonia Vazzano A partire dal suo nuovo incarico come Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sugli effetti economici…
a cura di Franca Maino
“Nuove povertà e conciliazione famiglia-lavoro” è un Quaderno che nasce dalla crescente rilevanza negli ultimi decenni, legata a fenomeni come l’instabilità del lavoro, la precarizzazione dei contratti e la crescente disuguaglianza economica. Tali dinamiche hanno contribuito a ridefinire le forme di vulnerabilità sociale, evidenziando l’emergere di povertà relative, non più solo legate alla mancanza di reddito, ma anche a fattori come l’accesso limitato ai servizi sociali, l’incapacità di conciliare vita familiare e professionale e l’esclusione sociale. La conciliazione tra famiglia e lavoro è un aspetto cruciale in questo scenario, in quanto una gestione inefficace delle responsabilità familiari e lavorative può aumentare il rischio di povertà, soprattutto tra le famiglie monogenitoriali e quelle con figli piccoli. Politiche pubbliche mirate, come congedi parentali, servizi di assistenza all’infanzia e forme di flessibilità lavorativa, sono strumenti chiave per supportare lavoratrici e lavoratori, riducendo il rischio di esclusione economica e sociale. In questo contesto, è fondamentale prendere in considerazione un approccio integrato che consideri la dimensione sociale, economica e culturale, promuovendo una governance collaborativa tra istituzioni pubbliche, privato e Terzo settore per contrastare le nuove forme di povertà e garantire una maggiore equità e guardare sia alle risposte fornite dal livello centrale sia a quelle messe in campo a livello locale.
A partire da queste premesse, nella parte delle Riflessioni la prospettiva delle “nuove povertà” è analizzata dal punto di vista delle politiche nazionali, tra limiti, riforme e prospettive future, a partire dalla stretta relazione con la conciliazione vita-lavoro e nel contesto italiano della povertà educativa a partire dalla trasmissione intergenerazionale.
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Intervista a Maria Cristina Alfieri a cura di Franca Maino Come nasce la Fondazione Conad Ets e qual è la sua mission? La Fondazione Conad…
a cura di Franca Maino
“Nuove povertà e conciliazione famiglia-lavoro” è un Quaderno che nasce dalla crescente rilevanza negli ultimi decenni, legata a fenomeni come l’instabilità del lavoro, la precarizzazione dei contratti e la crescente disuguaglianza economica. Tali dinamiche hanno contribuito a ridefinire le forme di vulnerabilità sociale, evidenziando l’emergere di povertà relative, non più solo legate alla mancanza di reddito, ma anche a fattori come l’accesso limitato ai servizi sociali, l’incapacità di conciliare vita familiare e professionale e l’esclusione sociale. La conciliazione tra famiglia e lavoro è un aspetto cruciale in questo scenario, in quanto una gestione inefficace delle responsabilità familiari e lavorative può aumentare il rischio di povertà, soprattutto tra le famiglie monogenitoriali e quelle con figli piccoli. Politiche pubbliche mirate, come congedi parentali, servizi di assistenza all’infanzia e forme di flessibilità lavorativa, sono strumenti chiave per supportare lavoratrici e lavoratori, riducendo il rischio di esclusione economica e sociale. In questo contesto, è fondamentale prendere in considerazione un approccio integrato che consideri la dimensione sociale, economica e culturale, promuovendo una governance collaborativa tra istituzioni pubbliche, privato e Terzo settore per contrastare le nuove forme di povertà e garantire una maggiore equità e guardare sia alle risposte fornite dal livello centrale sia a quelle messe in campo a livello locale.
A partire da queste premesse, nella parte delle Riflessioni la prospettiva delle “nuove povertà” è analizzata dal punto di vista delle politiche nazionali, tra limiti, riforme e prospettive future, a partire dalla stretta relazione con la conciliazione vita-lavoro e nel contesto italiano della povertà educativa a partire dalla trasmissione intergenerazionale.
Nella parte delle Esperienze la voce delle istituzioni e del Terzo settore dialogano con la prospettiva demografica, l’attenzione ai territori e l’ambito della formazione e dell’educazione.
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1. Introduzione: il legame fra povertà educativa e condizioni familiari Nel contesto sociale italiano il fenomeno della povertà educativa non solo sta assumendo proporzioni rilevanti…