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DLVSystem: una sfida tecnologica dal volto umano e sociale

Intervista a Francesco Calimeri e Salvatore Ielpa a cura di Sonia Vazzano

DLVSystem è uno spin-off dell’Università della Calabria. Come nasce e in che modo riesce a tenere insieme formazione, ricerca scientifica e strategia aziendale?

DLVSystem nasce nel 2005 a valle di un progetto di ricerca scientifica portato avanti a Vienna, presso il Politecnico, in collaborazione con l’Università della Calabria.

Viene alla luce grazie ad una compagine comprendente ricercatori operanti in diversi paesi europei; la sede dell’azienda viene tuttavia scelta in Italia, e in particolare in Calabria, anche a causa delle forti sinergie con l’Università della Calabria.

In tempi relativamente brevi la ricerca di base si è trasformata in ricerca applicata e poi in prodotti adatti al mercato. Nel caso di specie, siamo partiti dalla ricerca sulla programmazione logica disgiuntiva – uno dei formalismi che nelle ultime decadi è stato sviluppato dalla comunità scientifica nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale – come strumento per rappresentare conoscenza e ragionamento (in inglese KRR, Knowledge Representation and Reasoning). Il linguaggio è molto dichiarativo, il che consente di risolvere problemi, in generale, senza bisogno di progettare algoritmi, come nel caso della programmazione “tradizionale”.

Dalla ricerca di base si è passati rapidamente ad una prima applicazione con un’azienda partner. Successivamente si è pensato a difendere la proprietà intellettuale e a come procedere con lo sviluppo industriale. Così sono arrivati anche i primi dipendenti.

DLVSystem riesce a sfruttare la propria natura di spin-off universitario, in un contesto in cui la ricerca è sfruttata e al tempo stesso stimolata. Si crea così un circolo virtuoso: nella strategia aziendale la ricerca scientifica spinge innovazione di prodotto e di processo; la formazione permanente sostiene lo sviluppo dei dipendenti, e il tutto si riversa sulla società. Probabilmente abbiamo ancora spazio per crescere senza perdere questa filosofia, che è un tratto distintivo qualificante dell’azienda.

Gestione aziendale, conoscenza e sviluppo di prodotti e servizi, risoluzione di problemi complessi: di che cosa vi occupate nello specifico?

La gestione interna all’azienda è relativamente semplice, essendo questa ancora una “piccola” azienda; nonostante tutto ci si struttura, dato che stiamo crescendo. Al momento siamo distribuiti in due aree: amministrativa (aziendale e dei progetti di ricerca e industriali) e tecnico-scientifica (per i servizi professionali, le consulenze, lo sviluppo e la manutenzione dei prodotti).

La nostra mission iniziale era portare sul mercato un successo di ricerca accademica, e per un po’ di tempo il principale modello di business si è basato sulla vendita delle licenze. Tuttavia, avevamo in mano una tecnologia molto potente che però non era esplicitamente pensata per i non addetti ai lavori, nonostante la sua intrinseca semplicità. Di conseguenza, nel tempo, abbiamo “ascoltato” il mercato, che chiedeva anche e soprattutto altro, a iniziare dal supporto per l’impiego di tecnologie di Intelligenza Artificiale. Negli ultimi anni, quindi, abbiamo affiancato alle tecnologie deduttive altri paradigmi (es. machine/deep learning, big data), con lo scopo di coprire una gamma più ampia di scenari applicativi.

A titolo di esempio, tra le soluzioni più significative che abbiamo realizzato grazie alle tecnologie deduttive potremmo citare quelle di Workforce Management (automazione della gestione e dell’assegnazione del personale). Queste soluzioni, tipicamente basate su verticalizzazioni della tecnologia proprietaria DLV, sono in grado di proporre, tenendo conto di una serie di vincoli complessi (es. vincoli contrattuali, esigenze di personale richieste in uno specifico turno, disponibilità del personale, etc.), i migliori gruppi di lavoro per compiti e turni specifici. L’azienda ha proposto anche diverse soluzioni per sistemi a supporto della diagnostica medica (riconoscere in maniera automatica o semiautomatica la presenza di malattie, effettuare task di cleaning (“pulizia”) di dati affetti da errori generati in fase di caricamento e gestione, etc.) o di supporto alle decisioni in ambito sanitario (gestione delle cefalee, e in particolare alcune criticità inerenti principalmente all’epidemiologia e al percorso diagnostico).

L’uso di approcci di Intelligenza Artificiale differenti, come ad esempio le tecniche di machine/deep learning, sono stati impiegati in soluzioni per aziende partner in domini di interessante rilievo industriale, come ad esempio la manutenzione predittiva (gestire in tempo reale grandi quantità di dati sul funzionamento di dispositivi o di mezzi e “prevedere” quando possono verificarsi dei guasti) o il supporto al lavoratore umano in task complessi (riconoscere automaticamente gli elementi di quadri elettro-meccanici e proporre in realtà aumentata all’operatore aiuti “visivi” sul compito da svolgere).

I tipici destinatari sono aziende che sviluppano propri prodotti e servizi e sfruttano le nostre tecnologie per incorporare capacità “smart” o di ragionamento automatico, ma anche strutture sanitarie, università, call center, aziende di utilities, cooperative di servizi, porti e aeroporti, aziende manifatturiere, aziende retail e della grande distribuzione organizzata, aziende di trasporto e manutenzione.

Il mercato di riferimento principale è quello italiano, ma abbiamo alcuni clienti anche in Nord America. Le linee di ricerca per il futuro, per quanto possiamo rivelare, sono diverse e spaziano dall’estensione di capacità di ragionamento su moli di dati sempre più significative e real-time all’integrazione di approcci induttivi e deduttivi per intelligenze artificiali più generali di quelle attuali.

Tra le vostre applicazioni ce ne sono alcune diagnostiche che si occupano di cefalee. Avete mai pensato di utilizzarle a servizio della famiglia, per esempio per verificare se ci siano problemi tra i membri, relazioni sane, difficoltà psicologiche, etc.?

Quello che possiamo fare con la nostra tecnologia è scoperta di informazione e conoscenza nei dati, classificazione e formalizzazione di una conoscenza di dominio. Nel caso dell’applicativo sulle cefalee c’è una conoscenza di dominio definito da uno standard internazionale, insieme a un gruppo di medici, su come si classificano le cefalee e su come si fa una diagnosi a partire da un’intervista con il malato.

Il suo utilizzo nell’ambito della famiglia non è stato ancora esplorato, non essendo finora pervenute sollecitazioni simili da parte del mercato o dei nostri partner. Si può certamente fare, ma serve formare una squadra con esperti di queste problematiche.

In che modo riuscite a dare centralità alla persona nella creazione dei vostri applicativi?

Il nostro è un sistema di supporto alle decisioni, che non si sostituisce alla persona, ma cerca di interagire con essa. Questo fa parte dell’etica produttiva dell’azienda, quella di lavorare a soluzioni che valorizzino il capitale umano.

Cerchiamo di costruire strumenti che affianchino l’uomo e lo aiutino a definire in maniera formale ed efficiente ciò che egli pensa sia necessario fare. Ad esempio, in ambito biomedico, ma non solo, fino a 10-15 anni fa la tendenza era quella di pensare a sistemi che in qualche modo avrebbero sostituito l’essere umano. Questo è certamente auspicabile se pensiamo a certe mansioni per cui è bene che l’uomo sia sostituito. Su altre cose, oggi la riflessione è diversa: negli ultimi anni la tendenza è quella di non pensare più a sostituire l’uomo, quanto piuttosto di dargli nuovi strumenti di supporto, come dei “superpoteri”.

Inoltre, è bene ricordare che queste tecnologie sono talmente potenti e potenzialmente distruttive, che dobbiamo pensare ex ante agli effetti che potrebbero avere se messe in atto. Perché come dice Melvin Kranzberg, «La tecnologia non è né buona né cattiva, ma non è neanche neutrale».

Quali sono, secondo voi, gli ambiti di sviluppo in cui l’Intelligenza Artificiale non sta ancora riuscendo a dare il suo contributo? L’ambito del sociale potrebbe essere uno di questi?

Ci sono molti ambiti in cui il contributo dell’Intelligenza Artificiale è ancora limitato. Questo dipende dal fatto che la ricerca e lo sviluppo tecnologico hanno ancora tanta strada da fare; ma in alcuni casi il limite dipende dal fatto che le conseguenze dell’uso di queste tecnologie sono tali da richiedere prudenza nel loro utilizzo. La cosa positiva è che inizia ad esserci una certa consapevolezza anche a livello del legislatore; si pensi al GDPR in Europa, che abbiamo visto solo come disciplina della protezione dei dati personali, ma in cui c’è molto di più: ad esempio, è sancito il diritto ultimo, per un cittadino europeo, di pretendere che una decisione che lo riguarda non sia presa in maniera esclusiva da una macchina. Si pensi per esempio al caso di ammissione o meno a cure mediche sperimentali deciso da un algoritmo di Intelligenza Artificiale.

Una questione veramente preoccupante, dal nostro punto di vista, riguarda la democrazia stessa per come noi la conosciamo. La partecipazione al processo democratico, a tutti i livelli, ha sempre richiesto alle persone, come individui e come collettivo, un atteggiamento informato; ma in un mondo diventato così complesso, in cui la tecnologia ha un impatto così significativo (impatto che sarà sempre maggiore), le “barriere di ingresso” per raggiungere questo atteggiamento informato e consapevole sono sempre più alte; senza una adeguata distribuzione della conoscenza, indispensabile premessa alla distribuzione della ricchezza e del benessere, è in certo qual modo a rischio la democrazia stessa.

Il sociale è uno di quegli ambiti in cui è più difficile, e anche molto delicato, portare avanti una discussione di questo tipo: degli impatti sul sociale si parla ancora poco, al di fuori degli ambienti riservati agli addetti ai lavori, ma gli impatti indiretti sono già giganteschi.

Rapporto famiglia-lavoro, Intelligenza Artificiale e principali tecnologie ICT: ci può essere una qualche correlazione e di che tipo?

È indubbio che le tecnologie introducano una serie di facilities. In ambito familiare, se si pensa al periodo del lockdown, l’utilizzo degli strumenti digitali ha fatto da volano a una serie di pratiche iniziate da tempo, come l’uso, da parte anche dei più piccoli, di dispositivi digitali per la formazione e la didattica. Un po’ forzatamente siamo stati catapultati in questa realtà e lo sfruttamento positivo di queste tecnologie ci ha consentito di organizzare in modo costruttivo il tempo e le relazioni. Altri esempi possono facilmente essere fatti, come nel caso delle attività ludiche inclusive in ambito familiare.

D’altro canto, nutriamo un po’ di preoccupazione per il distacco che c’è tra le competenze necessarie per l’utilizzo consapevole di queste tecnologie e la situazione reale della popolazione. Le riflessioni sul lavoro non sono banali, e gli impatti indiretti dell’Intelligenza Artificiale che non stiamo misurando, ma che sono giganteschi, possono essere anche potenzialmente molto positivi. Pensiamo alla pianificazione delle attività familiari e agli spostamenti. Domani avremo macchine che si guidano da sole, gli spostamenti saranno ridotti al minimo necessario, perché ormai sapremo (si spera!) cosa significa realmente essere produttivi. In un certo senso, l’impatto sulla società, e in particolare sul rapporto lavoro-famiglia, è limitato innanzitutto da quanto noi siamo capaci di consentirlo. Ci spieghiamo meglio: se domani avremo delle macchine che si guidano da sole, mentre ci sposteremo potremmo avere del tempo per scherzare con i bambini, sentire i nonni, aggiornarci, fare edutainment… O ancora, immaginiamo di aver preparato assieme qualcosa in cucina e di avere a disposizione un robot che sistemi e pulisca, lasciandoci il tempo di goderci sul divano quanto abbiamo preparato mentre guardiamo un film con tutta la famiglia.

Sono esempi banali, in apparenza, ma non troppo… Si può immaginare quello che si vuole. La cosa importante però è questa: saremo capaci di cogliere gli impatti positivi delle tecnologie, solo se sapremo capire che l’uomo al centro non è l’uomo di 2000 anni fa, ma un uomo con competenze differenti, più elevate, più varie; competenze che è più faticoso ottenere rispetto a quelle che bastavano solo pochi anni fa. E se le società non riescono a fare in modo che queste competenze crescano globalmente, perderemo questo treno come individui, ma soprattutto come umanità.

Quali sono gli sviluppi di questo spin-off e le sfide future che immaginate di avere davanti?

Fino a pochi anni fa lavoravamo molto con i progetti di ricerca; col tempo, il nostro fatturato è diventato quasi esclusivamente di natura industriale. Questo ci ripaga degli sforzi fatti, in cui abbiamo capito in che modo il mercato declina il suo pur forte interesse nei confronti del nostro tipo di tecnologia. Ma anche se vediamo il nostro futuro molto più concentrato sul mercato, continueremo a riservare alla ricerca scientifica di stampo accademico un ruolo centrale; questo ci consentirà di restare al passo con il progresso, e di valorizzare sempre di più il capitale umano.

Sappiamo che tenere insieme formazione, ricerca scientifica e strategia aziendale non è impresa facile. DLVSystem riesce però a sfruttare la propria natura di spin-off universitario, in un contesto in cui la ricerca è sfruttata e al tempo stesso stimolata. Vale la pena sottolineare che lo spin-off si muove a vari livelli: tra i collaboratori esterni, ad esempio, ci sono anche laureandi o neolaureati che fanno esperienza di tirocini in azienda e il più delle volte lavorano su casistiche industriali concrete, e così è per dottorandi di ricerca e giovani ricercatori coinvolti nel contesto di progetti di ricerca scientifica e industriale. La cosa precorre un po’ lo scheletro degli attuali dottorati industriali o di altre iniziative che il governo ha intrapreso negli ultimi anni proprio con lo scopo di stimolare il trasferimento tecnologico e la formazione avanzata del capitale umano nel tessuto produttivo e sociale del paese. Probabilmente abbiamo ancora spazio per crescere senza perdere questa filosofia, che è un tratto distintivo qualificante dell’azienda.

Parlando di sfide, poi, ce ne sono alcune a cui un’azienda deve provare a rispondere non solo per portare avanti la propria missione, ma anche perché ha una responsabilità sociale. E anche le aziende piccole come la nostra possono, e devono, dare un contributo per creare una società più moderna, più inclusiva, più giusta, in cui ciò che l’uomo fa ha un valore sempre maggiore. Dobbiamo provare ad andare verso una società in cui il gesto di un essere umano valga qualcosa in più della frazione di salario riconosciuto ad uno degli operai o delle operaie che girava una manopola in una fabbrica durante la rivoluzione industriale. Questa è una delle sfide che dobbiamo vincere presto; ed è per certi versi sorprendente che i principali ostacoli che abbiamo davanti non siano tanto di carattere tecnologico, quanto di carattere umano, politico, sociale. Anche se, a ben pensarci, non poteva che essere così.

Autore

  • è professore associato presso il Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università della Calabria. Durante le sue attività accademiche e di ricerca è stato coinvolto in numerosi progetti di ricerca internazionali, comprendenti sia partner di ricerca che imprese, e ha ricoperto il ruolo di (co-)presidente di comitati di programma e di organizzazione per numerosi eventi scientifici internazionali. Le sue attività di ricerca spaziano su diversi argomenti, principalmente legati alla Logica, all’Intelligenza Artificiale e alla Bioinformatica, e i suoi lavori sono stati pubblicati su riviste e presentati in conferenze scientifiche internazionali di alto livello; ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti, tra cui il “Test of Time” award di ICLP. Fa parte del team che ha progettato e sviluppato DLV, uno dei principali sistemi mondiali di Intelligenza Artificiale basati sulla logica e costantemente dedicato al trasferimento tecnologico: detiene diversi brevetti ed è co-fondatore e Amministratore di DLVSystem Srl.

  • è Ingegnere Informatico e Project Manager presso DLVSystem Srl. Da neolaureato ha iniziato a collaborare col Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università della Calabria svolgendo attività di Ricerca e Sviluppo in continuità con il progetto di tesi su applicazioni di Knowledge Management per il Turismo. Nel corso della sua attività professionale ha preso parte a diversi progetti di innovazione e trasferimento tecnologico. Ha partecipato alla produzione di alcune importanti pubblicazioni scientifiche nel campo del Knowledge Management and Reasoning. è stato fra i primi dipendenti dello spin-off universitario DLVSystem ricoprendo diversi ruoli, da Software Engineer fino a Project Manager. Attualmente si occupa anche di attività di accounting e di supervisione dell’area Marketing aziendale.

  • Laureata in Filosofia, ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Teoria e storia della storiografia filosofica. Dopo un master in Editoria e comunicazione, si è specializzata alla Sda Bocconi in un Percorso manager per il no profit. Per la Fondazione Marco Vigorelli coordina le attività di ricerca e formazione. Professional Certified Coach (PCC-ICF International), si occupa di attività di Corporate, Business e Life coaching. Tra le sue certificazioni, quelle di Assessor, Practitioner ed Educator di Intelligenza emotiva (Six Seconds).