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La creazione di spazi creativi a supporto del bene comune

Intervista a Silvia Giammarresi a cura di Sonia Vazzano

La Race for Cure ha portato finora a raggiungere l’obiettivo dei €23 milioni investiti in 1.500 progetti e attività per la Salute delle Donne. Qual è il segreto di questi risultati?

Se dovessimo riassumere in una parola “il segreto”, se così possiamo definirlo, degli straordinari risultati raggiunti finora, quella parola probabilmente sarebbe “solidarietà”. È un termine significativo perché rappresenta appieno le tantissime persone che ogni giorno, non solo in occasione della Race for the Cure, scelgono di sostenere Komen Italia nella lotta contro il tumore del seno e inviano un forte messaggio di incoraggiamento e speranza alle “Donne in Rosa”, le donne che affrontano o hanno affrontato il tumore del seno. Il senso di condivisione che si crea è fortissimo: stare vicini ad altre persone, essere confortati da chi ha vissuto la stessa malattia, scambiare esperienze ed idee, è fondamentale e questo è uno dei contributi più importanti, diciamo l’ingrediente “segreto”, che la nostra manifestazione offre.

Il senso della Race for Cure porta con sé l’idea di procedere insieme verso un obiettivo comune. Partecipano madri, figlie, famiglie, aziende. Ci sembra un bel modo di portare avanti il bene comune…?

La Race for the Cure di quest’anno ha coinvolto oltre 70.000 mila sostenitori, persone di tutte le età, bambini, giovani, adulti e anziani, uniti per gridare a gran voce che la prevenzione e l’adozione di un sano stile di vita sono fondamentali per tutti e possono proteggere la nostra salute e quella dei nostri cari.

Intercettare un tumore del seno in tempo garantisce infatti oltre il 90% di probabilità di guarigione, che in caso di diagnosi tardive scendono invece fino al 30% e comportano percorsi terapeutici più faticosi. Per questo è necessario mantenere sempre alta l’attenzione sul tema e la Race for the Cure è un’esperienza unica nel suo genere per farlo, perché ognuno ha l’occasione di riflettere e prendersi cura di sé con consapevolezza, ma allo stesso tempo leggerezza, partecipando ad attività divertenti e sportive.

Una delle attività che la Race for Cure ha portato avanti è uno spazio di condivisione per le famiglie. Ci racconta meglio come è stato pensato questo spazio e che cosa volevate ottenere con questa iniziativa?

Nei giorni che precedono la tradizionale corsa (8km o 5km) e passeggiata (2 km) aperte a tutti, viene allestito il Villaggio della Race for the Cure presso il Circo Massimo di Roma. Si tratta di un grande spazio pensato per ogni fascia di età, in cui vengono svolte iniziative di promozione della salute e del benessere psicologico e sono offerte gratuitamente consulenze specialistiche, esami diagnostici, lezioni pratiche e momenti educativi. Per quattro giorni il Villaggio ospita numerose aree, tra cui l’area benessere, l’area attività-fitness, l’area conferenze, l’area di sana alimentazione, l’area dedicata alle Donne in Rosa e, ultima, ma non meno importante, l’Area Kids, dedicata interamente ai bambini con tante attività ludiche e didattiche. Inoltre, anche quest’anno, si è svolta la IV edizione della Kids for the Cure, una corsa rivolta alla scuola dell’infanzia e primaria e alle scuole secondarie di primo e secondo grado. Dunque, l’obiettivo che vogliamo raggiungere è quello di sensibilizzare sul tema della salute e prevenzione quanto più possibile. Per farlo, durante la Race e nei giorni che la precedono, abbiamo realizzato uno spazio interamente dedicato alle famiglie, che possono beneficiare di tante iniziative passando del tempo di qualità insieme e diventare sempre più consapevoli dell’impatto positivo che la prevenzione ha sulla vita di ciascuno.

Iniziative a sostegno delle donne, ma a cui partecipano anche tanti uomini: come mai?

Il tumore del seno non riguarda esclusivamente le donne. Le donne che affrontano o hanno affrontato il tumore del seno, sono figlie, madri, sorelle, mogli, compagne, insomma fanno parte di un nucleo familiare che le circonda e di cui spesso sono il fulcro. Per questo le nostre iniziative riscuotono sempre una partecipazione molto ampia: la lotta contro il tumore del seno viene percepita come una missione collettiva, un problema che tocca tutti da vicino perché, purtroppo, è una malattia molto diffusa: solo in Italia ogni anno si ammalano oltre 56.000 mila donne. Un problema che quindi non può lasciare nessuno indifferente.

Quali sono le esperienze concrete e le iniziative realizzate? In che modo tali iniziative possono essere rilette nell’ottica del bene comune?

Il nostro obiettivo per portare la prevenzione ovunque non si ferma solo alla Race for the Cure, ma prosegue nel corso dell’intero anno. Oltre alla Race e al Villaggio della Salute infatti un progetto fondamentale per Komen Italia è la Carovana della Prevenzione. Si tratta del programma itinerante che si svolge da oltre 15 anni con la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e altri presidi sanitari su tutto il territorio nazionale, per offrire gratuitamente esami di diagnosi precoce dei tumori del seno e di altre patologie femminili, in particolare a donne che vivono condizioni di fragilità sociale ed economica e in luoghi dove la prevenzione arriva con più difficoltà. Con le sue 6 unità mobili ad alta tecnologia, la Carovana della Prevenzione ha svolto oltre 700 giornate di promozione della salute femminile portando “a domicilio” opportunità di tutela della salute ad oltre 180.000 donne in 17 regioni italiane. Tutto questo è possibile grazie alla preziosa collaborazione con le istituzioni e gli enti pubblici territoriali, alle aziende che hanno deciso di sostenere il progetto e allo straordinario team di 150 medici e paramedici composto da radiologi, tecnici di radiologia, ginecologi, nutrizionisti, dermatologi, endocrinologi e dentisti coinvolti nel programma.

Che cosa avete in programma per il futuro? Come coinvolgere di più famiglie e aziende, anche nell’ottica della conciliazione famiglia-lavoro?

I prossimi mesi saranno ricchi di tante novità perché la Race for the Cure di Komen Italia si prepara a festeggiare l’anniversario dei suoi 25 anni. Dalla nostra nascita ad oggi, siamo cresciuti tanto e abbiamo intenzione di continuare a farlo nel modo migliore possibile. La prossima Race sarà una grande festa, un modo per celebrare la nostra missione e il nostro lavoro quotidiano, ponendo attenzione a tanti nuovi dettagli: abbiamo ad esempio intenzione di incrementare l’offerta delle prestazioni mediche gratuite insieme alla presenza delle squadre delle federazioni sportive, con l’obiettivo di ampliare le possibilità di svago per i ragazzi che partecipano. Ma non solo. Coinvolgeremo tanti nuovi sostenitori e, visto il riscontro positivo dell’ultima edizione, ci impegneremo affinché i quattro giorni della Race accolgano tante nuove attività e consentano alle persone di stare più tempo insieme divertendosi. Insomma, saranno delle giornate bellissime per ricordare come ogni anno che la Prevenzione può salvare la vita, davvero.

Autore

  • Laureata in scienze della Mediazione Linguistica per le lingue inglese e francese, inizia nel 2006 il suo percorso professionale nel profit lavorando prima come Marketing Coordinator e poi come Marketing Manager nel dipartimento Marketing di una multinazionale nel settore dei Centri Commerciali e Outlet. Dopo un’esperienza di oltre 9 anni, nel 2015 decide di intraprendere il percorso nel mondo del no-profit, utilizzando le competenze marketing acquisite nel corso degli anni. Lavora inizialmente come Coordinatrice del Corporate Fundraising della Komen Italia, Associazione che da quasi 25 anni opera a tutela della salute delle donne e in particolare nella lotta ai tumori del seno con varie attività di sensibilizzazione, informazione e formazione. Attualmente ricopre il ruolo di Responsabile Corporate Fundraising di Komen Italia.

  • Laureata in Filosofia, ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Teoria e storia della storiografia filosofica. Dopo un master in Editoria e comunicazione, si è specializzata alla Sda Bocconi in un Percorso manager per il no profit. Per la Fondazione Marco Vigorelli coordina le attività di ricerca e formazione. Professional Certified Coach (PCC-ICF International), si occupa di attività di Corporate, Business e Life coaching. Tra le sue certificazioni, quelle di Assessor, Practitioner ed Educator di Intelligenza emotiva (Six Seconds).