Introduzione
Abbiamo pensato questo Quaderno come un viaggio, meglio sarebbe dire come un’esplorazione della parola “conciliazione” immaginando che sia un luogo da visitare per conoscerne aspetti…
a cura di Laura Tucci
“Conciliazione famiglia-lavoro e bene comune” è un Quaderno che esplora la parola “conciliazione”, partendo dall’interiorità della persona fino ad una dimensione sociale ed economica che vede nella famiglia la sua prima sorgente.
Osservando la dimensione economica con occhi nuovi, l’obiettivo è pensare alla conciliazione tra persona e impresa, profitto ed etica, bene individuale e bene collettivo in un’ottica di dualità piuttosto che di dualismo, come un valore che si declina in termini di sostenibilità e di generatività, di ciò che è a servizio dell’evoluzione dell’individuo, della famiglia e della società. Emerge così una nuova semantica della parola “conciliazione”, intesa come generazione di un nuovo interesse, comune per le parti, che non sottende la rinuncia a qualcosa, ma la conquista di qualcosa di nuovo, motivante, ingaggiante e desiderabile per le parti coinvolte.
Nella parte delle Riflessioni emerge come occorre superare il richiamo più comune a ciò che la parola “conciliazione” evoca e cioè un conflitto, un’alterità che si tenta di combinare sempre nell’ambito di un processo negoziale. Conciliare, invece, può essere un processo da una nuova prospettiva, che parte non tanto da ciò a cui si rinuncia, ma da ciò che insieme si intravede di nuovo. La visione dell’uomo in quest’ottica non è quella di un individuo per cui l’altro è un limite, ma una persona per cui l’altro diventa una nuova opportunità di slancio e trasformazione. In questo processo interiore, conciliare è innanzitutto saper portare a sintesi e armonia, anche in una vita di coppia e più in generale in una famiglia.
Nella parte delle Esperienze emerge la concretezza di alcune applicazioni educative, aziendali, di ricerca e nell’ambito del no profit, in cui la conciliazione assume, di volta in volta, i tratti di pilastro dell’educazione dei bambini e di alimento delle organizzazioni, per promuovere la solidarietà e il bene sociale.
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a cura di Laura Tucci
“Conciliazione famiglia-lavoro e bene comune” è un Quaderno che esplora la parola “conciliazione”, partendo dall’interiorità della persona fino ad una dimensione sociale ed economica che vede nella famiglia la sua prima sorgente.
Osservando la dimensione economica con occhi nuovi, l’obiettivo è pensare alla conciliazione tra persona e impresa, profitto ed etica, bene individuale e bene collettivo in un’ottica di dualità piuttosto che di dualismo, come un valore che si declina in termini di sostenibilità e di generatività, di ciò che è a servizio dell’evoluzione dell’individuo, della famiglia e della società. Emerge così una nuova semantica della parola “conciliazione”, intesa come generazione di un nuovo interesse, comune per le parti, che non sottende la rinuncia a qualcosa, ma la conquista di qualcosa di nuovo, motivante, ingaggiante e desiderabile per le parti coinvolte.
Nella parte delle Riflessioni emerge come occorre superare il richiamo più comune a ciò che la parola “conciliazione” evoca e cioè un conflitto, un’alterità che si tenta di combinare sempre nell’ambito di un processo negoziale. Conciliare, invece, può essere un processo da una nuova prospettiva, che parte non tanto da ciò a cui si rinuncia, ma da ciò che insieme si intravede di nuovo. La visione dell’uomo in quest’ottica non è quella di un individuo per cui l’altro è un limite, ma una persona per cui l’altro diventa una nuova opportunità di slancio e trasformazione. In questo processo interiore, conciliare è innanzitutto saper portare a sintesi e armonia, anche in una vita di coppia e più in generale in una famiglia.
Nella parte delle Esperienze emerge la concretezza di alcune applicazioni educative, aziendali, di ricerca e nell’ambito del no profit, in cui la conciliazione assume, di volta in volta, i tratti di pilastro dell’educazione dei bambini e di alimento delle organizzazioni, per promuovere la solidarietà e il bene sociale.
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Abbiamo pensato questo Quaderno come un viaggio, meglio sarebbe dire come un’esplorazione della parola “conciliazione” immaginando che sia un luogo da visitare per conoscerne aspetti…
a cura di Laura Tucci
“Conciliazione famiglia-lavoro e bene comune” è un Quaderno che esplora la parola “conciliazione”, partendo dall’interiorità della persona fino ad una dimensione sociale ed economica che vede nella famiglia la sua prima sorgente.
Osservando la dimensione economica con occhi nuovi, l’obiettivo è pensare alla conciliazione tra persona e impresa, profitto ed etica, bene individuale e bene collettivo in un’ottica di dualità piuttosto che di dualismo, come un valore che si declina in termini di sostenibilità e di generatività, di ciò che è a servizio dell’evoluzione dell’individuo, della famiglia e della società. Emerge così una nuova semantica della parola “conciliazione”, intesa come generazione di un nuovo interesse, comune per le parti, che non sottende la rinuncia a qualcosa, ma la conquista di qualcosa di nuovo, motivante, ingaggiante e desiderabile per le parti coinvolte.
Nella parte delle Riflessioni emerge come occorre superare il richiamo più comune a ciò che la parola “conciliazione” evoca e cioè un conflitto, un’alterità che si tenta di combinare sempre nell’ambito di un processo negoziale. Conciliare, invece, può essere un processo da una nuova prospettiva, che parte non tanto da ciò a cui si rinuncia, ma da ciò che insieme si intravede di nuovo. La visione dell’uomo in quest’ottica non è quella di un individuo per cui l’altro è un limite, ma una persona per cui l’altro diventa una nuova opportunità di slancio e trasformazione. In questo processo interiore, conciliare è innanzitutto saper portare a sintesi e armonia, anche in una vita di coppia e più in generale in una famiglia.
Nella parte delle Esperienze emerge la concretezza di alcune applicazioni educative, aziendali, di ricerca e nell’ambito del no profit, in cui la conciliazione assume, di volta in volta, i tratti di pilastro dell’educazione dei bambini e di alimento delle organizzazioni, per promuovere la solidarietà e il bene sociale.
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1. Un cambio di prospettiva Congiungere “conciliazione famiglia-lavoro” e “bene comune” significa dotarsi di una prospettiva che induce il superamento della concezione antagonistica delle esigenze…
a cura di Laura Tucci
“Conciliazione famiglia-lavoro e bene comune” è un Quaderno che esplora la parola “conciliazione”, partendo dall’interiorità della persona fino ad una dimensione sociale ed economica che vede nella famiglia la sua prima sorgente.
Osservando la dimensione economica con occhi nuovi, l’obiettivo è pensare alla conciliazione tra persona e impresa, profitto ed etica, bene individuale e bene collettivo in un’ottica di dualità piuttosto che di dualismo, come un valore che si declina in termini di sostenibilità e di generatività, di ciò che è a servizio dell’evoluzione dell’individuo, della famiglia e della società. Emerge così una nuova semantica della parola “conciliazione”, intesa come generazione di un nuovo interesse, comune per le parti, che non sottende la rinuncia a qualcosa, ma la conquista di qualcosa di nuovo, motivante, ingaggiante e desiderabile per le parti coinvolte.
Nella parte delle Riflessioni emerge come occorre superare il richiamo più comune a ciò che la parola “conciliazione” evoca e cioè un conflitto, un’alterità che si tenta di combinare sempre nell’ambito di un processo negoziale. Conciliare, invece, può essere un processo da una nuova prospettiva, che parte non tanto da ciò a cui si rinuncia, ma da ciò che insieme si intravede di nuovo. La visione dell’uomo in quest’ottica non è quella di un individuo per cui l’altro è un limite, ma una persona per cui l’altro diventa una nuova opportunità di slancio e trasformazione. In questo processo interiore, conciliare è innanzitutto saper portare a sintesi e armonia, anche in una vita di coppia e più in generale in una famiglia.
Nella parte delle Esperienze emerge la concretezza di alcune applicazioni educative, aziendali, di ricerca e nell’ambito del no profit, in cui la conciliazione assume, di volta in volta, i tratti di pilastro dell’educazione dei bambini e di alimento delle organizzazioni, per promuovere la solidarietà e il bene sociale.
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Io posso avere torto e tu puoi avere ragione, ma per mezzo di uno sforzo comune possiamo avvicinarci alla verità. Karl Popper 1. Premessa filologica…
a cura di Laura Tucci
“Conciliazione famiglia-lavoro e bene comune” è un Quaderno che esplora la parola “conciliazione”, partendo dall’interiorità della persona fino ad una dimensione sociale ed economica che vede nella famiglia la sua prima sorgente.
Osservando la dimensione economica con occhi nuovi, l’obiettivo è pensare alla conciliazione tra persona e impresa, profitto ed etica, bene individuale e bene collettivo in un’ottica di dualità piuttosto che di dualismo, come un valore che si declina in termini di sostenibilità e di generatività, di ciò che è a servizio dell’evoluzione dell’individuo, della famiglia e della società. Emerge così una nuova semantica della parola “conciliazione”, intesa come generazione di un nuovo interesse, comune per le parti, che non sottende la rinuncia a qualcosa, ma la conquista di qualcosa di nuovo, motivante, ingaggiante e desiderabile per le parti coinvolte.
Nella parte delle Riflessioni emerge come occorre superare il richiamo più comune a ciò che la parola “conciliazione” evoca e cioè un conflitto, un’alterità che si tenta di combinare sempre nell’ambito di un processo negoziale. Conciliare, invece, può essere un processo da una nuova prospettiva, che parte non tanto da ciò a cui si rinuncia, ma da ciò che insieme si intravede di nuovo. La visione dell’uomo in quest’ottica non è quella di un individuo per cui l’altro è un limite, ma una persona per cui l’altro diventa una nuova opportunità di slancio e trasformazione. In questo processo interiore, conciliare è innanzitutto saper portare a sintesi e armonia, anche in una vita di coppia e più in generale in una famiglia.
Nella parte delle Esperienze emerge la concretezza di alcune applicazioni educative, aziendali, di ricerca e nell’ambito del no profit, in cui la conciliazione assume, di volta in volta, i tratti di pilastro dell’educazione dei bambini e di alimento delle organizzazioni, per promuovere la solidarietà e il bene sociale.
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1. Un’unica vocazione In questo contributo le nostre riflessioni si focalizzeranno sulla funzione generativa che la coppia può svolgere nella conciliazione tra famiglia e lavoro.…
a cura di Laura Tucci
“Conciliazione famiglia-lavoro e bene comune” è un Quaderno che esplora la parola “conciliazione”, partendo dall’interiorità della persona fino ad una dimensione sociale ed economica che vede nella famiglia la sua prima sorgente.
Osservando la dimensione economica con occhi nuovi, l’obiettivo è pensare alla conciliazione tra persona e impresa, profitto ed etica, bene individuale e bene collettivo in un’ottica di dualità piuttosto che di dualismo, come un valore che si declina in termini di sostenibilità e di generatività, di ciò che è a servizio dell’evoluzione dell’individuo, della famiglia e della società. Emerge così una nuova semantica della parola “conciliazione”, intesa come generazione di un nuovo interesse, comune per le parti, che non sottende la rinuncia a qualcosa, ma la conquista di qualcosa di nuovo, motivante, ingaggiante e desiderabile per le parti coinvolte.
Nella parte delle Riflessioni emerge come occorre superare il richiamo più comune a ciò che la parola “conciliazione” evoca e cioè un conflitto, un’alterità che si tenta di combinare sempre nell’ambito di un processo negoziale. Conciliare, invece, può essere un processo da una nuova prospettiva, che parte non tanto da ciò a cui si rinuncia, ma da ciò che insieme si intravede di nuovo. La visione dell’uomo in quest’ottica non è quella di un individuo per cui l’altro è un limite, ma una persona per cui l’altro diventa una nuova opportunità di slancio e trasformazione. In questo processo interiore, conciliare è innanzitutto saper portare a sintesi e armonia, anche in una vita di coppia e più in generale in una famiglia.
Nella parte delle Esperienze emerge la concretezza di alcune applicazioni educative, aziendali, di ricerca e nell’ambito del no profit, in cui la conciliazione assume, di volta in volta, i tratti di pilastro dell’educazione dei bambini e di alimento delle organizzazioni, per promuovere la solidarietà e il bene sociale.
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Nella mia professione di maestra elementare ho sperimentato che la scuola è un luogo interiore ed esteriore in cui la conciliazione trova il suo spazio…
a cura di Laura Tucci
“Conciliazione famiglia-lavoro e bene comune” è un Quaderno che esplora la parola “conciliazione”, partendo dall’interiorità della persona fino ad una dimensione sociale ed economica che vede nella famiglia la sua prima sorgente.
Osservando la dimensione economica con occhi nuovi, l’obiettivo è pensare alla conciliazione tra persona e impresa, profitto ed etica, bene individuale e bene collettivo in un’ottica di dualità piuttosto che di dualismo, come un valore che si declina in termini di sostenibilità e di generatività, di ciò che è a servizio dell’evoluzione dell’individuo, della famiglia e della società. Emerge così una nuova semantica della parola “conciliazione”, intesa come generazione di un nuovo interesse, comune per le parti, che non sottende la rinuncia a qualcosa, ma la conquista di qualcosa di nuovo, motivante, ingaggiante e desiderabile per le parti coinvolte.
Nella parte delle Riflessioni emerge come occorre superare il richiamo più comune a ciò che la parola “conciliazione” evoca e cioè un conflitto, un’alterità che si tenta di combinare sempre nell’ambito di un processo negoziale. Conciliare, invece, può essere un processo da una nuova prospettiva, che parte non tanto da ciò a cui si rinuncia, ma da ciò che insieme si intravede di nuovo. La visione dell’uomo in quest’ottica non è quella di un individuo per cui l’altro è un limite, ma una persona per cui l’altro diventa una nuova opportunità di slancio e trasformazione. In questo processo interiore, conciliare è innanzitutto saper portare a sintesi e armonia, anche in una vita di coppia e più in generale in una famiglia.
Nella parte delle Esperienze emerge la concretezza di alcune applicazioni educative, aziendali, di ricerca e nell’ambito del no profit, in cui la conciliazione assume, di volta in volta, i tratti di pilastro dell’educazione dei bambini e di alimento delle organizzazioni, per promuovere la solidarietà e il bene sociale.
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Nell’esperienza di chi vive in azienda, o meglio sarebbe dire di chi “vive l’azienda”, si sperimenta costantemente la sollecitazione a misurarsi con la capacità di…
a cura di Laura Tucci
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Osservando la dimensione economica con occhi nuovi, l’obiettivo è pensare alla conciliazione tra persona e impresa, profitto ed etica, bene individuale e bene collettivo in un’ottica di dualità piuttosto che di dualismo, come un valore che si declina in termini di sostenibilità e di generatività, di ciò che è a servizio dell’evoluzione dell’individuo, della famiglia e della società. Emerge così una nuova semantica della parola “conciliazione”, intesa come generazione di un nuovo interesse, comune per le parti, che non sottende la rinuncia a qualcosa, ma la conquista di qualcosa di nuovo, motivante, ingaggiante e desiderabile per le parti coinvolte.
Nella parte delle Riflessioni emerge come occorre superare il richiamo più comune a ciò che la parola “conciliazione” evoca e cioè un conflitto, un’alterità che si tenta di combinare sempre nell’ambito di un processo negoziale. Conciliare, invece, può essere un processo da una nuova prospettiva, che parte non tanto da ciò a cui si rinuncia, ma da ciò che insieme si intravede di nuovo. La visione dell’uomo in quest’ottica non è quella di un individuo per cui l’altro è un limite, ma una persona per cui l’altro diventa una nuova opportunità di slancio e trasformazione. In questo processo interiore, conciliare è innanzitutto saper portare a sintesi e armonia, anche in una vita di coppia e più in generale in una famiglia.
Nella parte delle Esperienze emerge la concretezza di alcune applicazioni educative, aziendali, di ricerca e nell’ambito del no profit, in cui la conciliazione assume, di volta in volta, i tratti di pilastro dell’educazione dei bambini e di alimento delle organizzazioni, per promuovere la solidarietà e il bene sociale.
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Intervista a Fabio Papa a cura di Sonia Vazzano In una recente indagine condotta da Institute of Applied Economic Research su un campione di 741…
a cura di Laura Tucci
“Conciliazione famiglia-lavoro e bene comune” è un Quaderno che esplora la parola “conciliazione”, partendo dall’interiorità della persona fino ad una dimensione sociale ed economica che vede nella famiglia la sua prima sorgente.
Osservando la dimensione economica con occhi nuovi, l’obiettivo è pensare alla conciliazione tra persona e impresa, profitto ed etica, bene individuale e bene collettivo in un’ottica di dualità piuttosto che di dualismo, come un valore che si declina in termini di sostenibilità e di generatività, di ciò che è a servizio dell’evoluzione dell’individuo, della famiglia e della società. Emerge così una nuova semantica della parola “conciliazione”, intesa come generazione di un nuovo interesse, comune per le parti, che non sottende la rinuncia a qualcosa, ma la conquista di qualcosa di nuovo, motivante, ingaggiante e desiderabile per le parti coinvolte.
Nella parte delle Riflessioni emerge come occorre superare il richiamo più comune a ciò che la parola “conciliazione” evoca e cioè un conflitto, un’alterità che si tenta di combinare sempre nell’ambito di un processo negoziale. Conciliare, invece, può essere un processo da una nuova prospettiva, che parte non tanto da ciò a cui si rinuncia, ma da ciò che insieme si intravede di nuovo. La visione dell’uomo in quest’ottica non è quella di un individuo per cui l’altro è un limite, ma una persona per cui l’altro diventa una nuova opportunità di slancio e trasformazione. In questo processo interiore, conciliare è innanzitutto saper portare a sintesi e armonia, anche in una vita di coppia e più in generale in una famiglia.
Nella parte delle Esperienze emerge la concretezza di alcune applicazioni educative, aziendali, di ricerca e nell’ambito del no profit, in cui la conciliazione assume, di volta in volta, i tratti di pilastro dell’educazione dei bambini e di alimento delle organizzazioni, per promuovere la solidarietà e il bene sociale.
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Intervista a Silvia Giammarresi a cura di Sonia Vazzano La Race for Cure ha portato finora a raggiungere l’obiettivo dei €23 milioni investiti in 1.500…