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Quaderno 6

Quaderno 6 (Dicembre 2020)

Comunità che conciliano

a cura di Simona Sandrini

“Comunità che conciliano” è un Quaderno che mette insieme il tema della conciliazione con quello dell’innovazione, tra formazione, complessità e sviluppo sostenibile.
Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
Nella parte delle Esperienze spiccano i racconti di tre best pratices di conciliazione e sostenibilità, due afferenti al mondo delle imprese e una relativa alla rete pubblico-privato, in un dialogo tra sostenibilità economica, ambientale e sociale.

Scarica il Quaderno completo in formato pdf

Comunità che conciliano

Quaderno 6 (Dicembre 2020)

Comunità che conciliano

a cura di Simona Sandrini

“Comunità che conciliano” è un Quaderno che mette insieme il tema della conciliazione con quello dell’innovazione, tra formazione, complessità e sviluppo sostenibile.
Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
Nella parte delle Esperienze spiccano i racconti di tre best pratices di conciliazione e sostenibilità, due afferenti al mondo delle imprese e una relativa alla rete pubblico-privato, in un dialogo tra sostenibilità economica, ambientale e sociale.

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Comunità che conciliano

a cura di Simona Sandrini

“Comunità che conciliano” è un Quaderno che mette insieme il tema della conciliazione con quello dell’innovazione, tra formazione, complessità e sviluppo sostenibile.
Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
Nella parte delle Esperienze spiccano i racconti di tre best pratices di conciliazione e sostenibilità, due afferenti al mondo delle imprese e una relativa alla rete pubblico-privato, in un dialogo tra sostenibilità economica, ambientale e sociale.

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Comunità che conciliano

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“Comunità che conciliano” è un Quaderno che mette insieme il tema della conciliazione con quello dell’innovazione, tra formazione, complessità e sviluppo sostenibile.
Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
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“Comunità che conciliano” è un Quaderno che mette insieme il tema della conciliazione con quello dell’innovazione, tra formazione, complessità e sviluppo sostenibile.
Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
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Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
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Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
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Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
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