Introduzione
Conciliare e innovare. Tra formazione, complessità e sviluppo sostenibile Viviamo oggi, come persone e organizzazioni, un tempo caratterizzato da globalità, rapidità e ambiguità (Bertin 1976),…
a cura di Simona Sandrini
“Comunità che conciliano” è un Quaderno che mette insieme il tema della conciliazione con quello dell’innovazione, tra formazione, complessità e sviluppo sostenibile.
Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
Nella parte delle Esperienze spiccano i racconti di tre best pratices di conciliazione e sostenibilità, due afferenti al mondo delle imprese e una relativa alla rete pubblico-privato, in un dialogo tra sostenibilità economica, ambientale e sociale.
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a cura di Simona Sandrini
“Comunità che conciliano” è un Quaderno che mette insieme il tema della conciliazione con quello dell’innovazione, tra formazione, complessità e sviluppo sostenibile.
Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
Nella parte delle Esperienze spiccano i racconti di tre best pratices di conciliazione e sostenibilità, due afferenti al mondo delle imprese e una relativa alla rete pubblico-privato, in un dialogo tra sostenibilità economica, ambientale e sociale.
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Conciliare e innovare. Tra formazione, complessità e sviluppo sostenibile Viviamo oggi, come persone e organizzazioni, un tempo caratterizzato da globalità, rapidità e ambiguità (Bertin 1976),…
a cura di Simona Sandrini
“Comunità che conciliano” è un Quaderno che mette insieme il tema della conciliazione con quello dell’innovazione, tra formazione, complessità e sviluppo sostenibile.
Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
Nella parte delle Esperienze spiccano i racconti di tre best pratices di conciliazione e sostenibilità, due afferenti al mondo delle imprese e una relativa alla rete pubblico-privato, in un dialogo tra sostenibilità economica, ambientale e sociale.
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1. Agenda ONU 2030: una roadmap per lo sviluppo sostenibile Le crisi che incombono sul nostro tempo, le nuove complessità a livello sociale, economico ed…
a cura di Simona Sandrini
“Comunità che conciliano” è un Quaderno che mette insieme il tema della conciliazione con quello dell’innovazione, tra formazione, complessità e sviluppo sostenibile.
Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
Nella parte delle Esperienze spiccano i racconti di tre best pratices di conciliazione e sostenibilità, due afferenti al mondo delle imprese e una relativa alla rete pubblico-privato, in un dialogo tra sostenibilità economica, ambientale e sociale.
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«La ricerca scientifica ha più volte dimostrato in svariati campi della conoscenza la necessità di abbandonare o riformulare punti di vista ritenuti, per la loro…
a cura di Simona Sandrini
“Comunità che conciliano” è un Quaderno che mette insieme il tema della conciliazione con quello dell’innovazione, tra formazione, complessità e sviluppo sostenibile.
Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
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1. Sviluppo sostenibile per le imprese e nell’Unione Europea Parlare di sviluppo implica necessariamente prendere in considerazione il concetto di sostenibilità, inteso come quel paradigma,…
a cura di Simona Sandrini
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Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
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Intervista a Carlalberto Guglielminotti a cura di Sonia Vazzano Come è possibile, in base alla vostra esperienza, conciliare esigenze aziendali e sostenibilità sociale? Le esigenze…
a cura di Simona Sandrini
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Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
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Intervista a Emanuela Sturniolo a cura di Sonia Vazzano. Come è possibile, in base alla vostra esperienza, tenere insieme esigenze aziendali e sostenibilità ambientale? Ogni…
a cura di Simona Sandrini
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Così da una parte la famiglia diventa una “scuola” di partecipazione feconda al mondo, che non permette di sottrarsi alla responsabilità del coinvolgimento personale e in cui tutte le dimensioni umane sono implicate e interconnesse. D’altra parte, la sostenibilità diviene una sfida conciliativa tra plurimi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra benefici economici, sociali e ambientali, tra le esigenze di diversi stakeholder, tra più generazioni, tra imprese e istituzioni, tra pubblico e privato, tra profit, no profit e for benefit. È possibile quindi individuare una costellazione di prassi conciliative tra vita privata, vita familiare e professionale e promuovere e coltivare in tutte le “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia.
Nella parte delle Riflessioni emerge l’attenzione sull’Agenda 2030 e l’importanza di aderire a investimenti sistemici per il bene comune, conciliando economicità e socialità, profitto e partecipazione organizzativa. Viene proposta una riflessione su conciliare società umana e universo complesso, che in ambito di sostenibilità significa innanzitutto ripensare l’approccio umano verso gli ecosistemi in chiave di umile sobrietà, a partire proprio dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dall’investimento sulle capacità di osservazione del reale. Emerge un focus sul Programma Quadro dell’Unione Europea per Ricerca e Innovazione, denominato Horizon Europe 2021-2027, in cui l’innovazione è concepita come ecosistema all’interno di un processo di cambiamento guidato dalla capacità di connettere e di conciliare bisogni di crescita economica con quelli della comunità e dell’ambiente.
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1. Dal welfare aziendale al welfare territoriale Il tema del welfare aziendale e del benessere sul luogo di lavoro negli ultimi anni è stato oggetto…